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L'Italia chiede l'arresto del magnate austriaco Benko

L'Italia chiede l'arresto del magnate austriaco Benko

Ai domiciliari il bolzanino Hager e la sindaca di Riva

TRENTO, 03 dicembre 2024, 13:01

Redazione ANSA

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La Procura distrettuale di Trento ha emesso un mandato d'arresto per il magnate austriaco René Benko, fondatore del gruppo Signa. Ci sono stati anche altri arresti, tra cui il commercialista bolzanino Heinz Peter Hager e la sindaca di Riva del Garda Cristina Santi. Le indagini coordinate dalla Dda della Procura di Trento con Carabinieri del Ros e i Finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Trento ipotizzano l'esistenza di una sorta di gruppo affaristico in grado di influenzare e controllare le principali iniziative della pubblica amministrazione, soprattutto nel settore della speculazione edilizia in TrentinoAlto Adige.
    Sono coinvolte 77 persone fisiche, tra cui 11 amministratori pubblici, 20 dirigenti e funzionari di enti locali e società partecipate, membri delle forze dell'ordine, professionisti e imprenditori. Inoltre, numerose persone giuridiche sono state segnalate per responsabilità amministrativa. Il Gip ha condiviso la contestazione dell'utilizzo del metodo mafioso per il reato di associazione per delinquere ipotizzato dalla Procura. Le accuse contestate includono: associazione per delinquere, turbativa d'asta, finanziamento illecito ai partiti, traffico di influenze illecite, truffa, indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, oltre a diversi reati contro la pubblica amministrazione, tra cui corruzione, induzione indebita, rivelazione di segreti d'ufficio e omissione di atti d'ufficio, nonché violazioni delle norme tributarie legate all'emissione di fatture per operazioni inesistenti.
    I militari hanno eseguito oltre 100 perquisizioni nei confronti di altre persone sottoposte ad indagine, società ed enti pubblici territoriali nelle province di Trento, Bolzano, Brescia, Milano, Pavia, Roma e Verona nonché all'estero attraverso i canali di cooperazione giudiziaria internazionale.
    Gli imprenditori coinvolti si sarebbero resi disponibili a finanziare le campagne elettorali di amministratori pubblici, ottenendo poi agevolazioni, procedure semplificate e concessioni per iniziative immobiliari.
   

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