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Parkinson,primo impianto sistema infusione sottocute di levodopa

Parkinson,primo impianto sistema infusione sottocute di levodopa

A Lucca, su due pazienti in fase avanzata della malattia

LUCCA, 20 dicembre 2024, 16:47

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Nel reparto di neurologia dell'ospedale San Luca di Lucca primo impianto del sistema di infusione sottocutanea continua di levodopa su due pazienti in fase avanzata di malattia di Parkinson. Un trattamento, spiega l'Asl Toscana nord ovest, che rappresenta un progresso significativo perché consente l'infusione sottocutanea 24 ore su 24 dell'aminoacido utilizzato per la cura della patologia, che è tuttora il gold standard della terapia per questi casi.
    L'impianto sotto-cute per la somministrazione del farmaco è stato effettuato per la prima volta il 17 dicembre su due pazienti in fase avanzata di malattia nell'ambito dell'ambulatorio per i disturbi del movimento della struttura di neurologia dell'ospedale lucchese diretta dfa Marco Vista.
    L'attività specifica è stata gestita dalle dottoresse Martina Giuntini e Stefania Salvetti e dall'infermiera Sonia Salvestrini. Si tratta della prima e unica terapia a base di foslevodopa/foscarbidopa in infusione sottocutanea a somministrazione continua e può aiutare i pazienti a prolungare il periodo in cui i sintomi sono ben controllati, generalmente definito come stato di 'on'.
    "Lo sviluppo della nuova combinazione a base di foslevodopa/foscarbidopa - fa sapere l'Asl - è stato supportato da due studi di fase 3: uno studio della durata di 12 mesi che ha valutato la sicurezza, la tollerabilità e l'efficacia a lungo termine dell'infusione sottocutanea continua, e uno studio della durata di 12 settimane che ha confrontato l'efficacia e la sicurezza della combinazione foslevodopa/foscarbidopa con la levodopa/carbidopa per via orale. Si tratta di un passo avanti importante per tutte le persone affette dalla malattia di Parkinson, che storicamente hanno avuto opzioni di trattamento limitate: quando il trattamento orale non è più sufficiente a migliorare le fluttuazioni motorie, i pazienti hanno bisogno di opzioni alternative".
   

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