Il tribunale civile di Firenze ha condannato il ministero della Difesa a risarcire 300.000 euro la vedova e il figlio orfano di un elettricista, nato nel 1931 e sempre vissuto a Impruneta (Firenze), per un mesotelioma pleurico dovuto all'esposizione all'amianto durante il servizio di leva nell'Esercito negli anni '50.
Lo rende noto Ona,
Osservatorio nazionale amianto, spiegando che tra il novembre
1954 e il giugno 1956 l'uomo ha esercitato la mansione di
elettricista venendo a contatto con l'amianto negli impianti
della caserma per un periodo considerato sufficiente per
contrarre il mesotelioma pleurico pur rimanendo patologia
latente per decenni.
L'elettricista aveva prestato servizio nelle caserme 'Michele
Milano' di Bari, Genio pionieri di Civitavecchia e caserma
'Corrado Viali' di Bologna.
Dopo il rifiuto del ministero a
riconoscere il risarcimento, i familiari si sono rivolti
all'avvocato Ezio Bonanni, presidente dell'Osservatorio
nazionale amianto, che ha ottenuto la pronuncia del tribunale:
quest'ultimo ha accertato, tramite una consulenza
tecnico-ambientale, l'elevata esposizione ad amianto del
militare, già riconosciuto 'vittima del dovere'. "Si tratta
dell'ennesima sentenza di condanna a carico del ministero per il
decesso di un militare dell'Esercito per elevata e non cautelata
esposizione a fibre e polveri d'amianto e multipli cancerogeni
che conferma l'allarmante dato epidemiologico su malattie e
decessi dei militari delle Forze armate italiane" afferma
Bonanni.
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