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Ora è concentrata sul dopo Elena Di
Cioccio. Prima di tutto ''un testo che sto scrivendo per il
teatro, uno stand up sullo stigma che voglio portare in scena in
autunno dove posso raccontare la mia vita finalmente in totale
libertà''. È questo che le ha dato prima di tutto l'esperienza
di questo volume, quasi trecento pagine in cui racconta i tanti
passaggi drammatici della sua pur breve vita. A 48 anni
l'attrice ha infatti deciso di raccontare di essere
sieropositiva da 21 anni, lo ha fatto in un monologo lo scorso
marzo a Le Iene che anticipava l'uscita del volume ai primi di
aprile: ''Dopo il suicidio di mia madre - Anita Ferrari che si è
tolta la vita il 16 maggio del 2016 - ho capito che volevo dare
una svolta in senso positivo alla mia esistenza se non volevo
finire come lei. La prima cosa era liberarmi di quel peso della
malattia, che oramai grazie alle scoperte fatte dalla scienza,
mi permette di fare una vita normalissima. Non sono più infetta,
sto bene, ero stanca di dovermi sedere ogni volta davanti a
qualcuno, a cena, davanti ad un caffè e trovare il coraggio di
rivelarmi il mio segreto. Volevo dirlo a tutti insieme, una
volta per tutti''. Quindi una grande liberazione ma anche un
modo di fare qualcosa per gli altri. ''Dopo la narrazione
distorta degli anni Ottanta e Novanta, con quelle persone
avvolte in un alone viola, dell'Aids non si è veramente più
parlato. La medicina ha fatto passi avanti, ora si possono anche
avere rapporti sessuali e fare figli senza mettere in pericolo
nessuno, eppure nell'immaginario collettivo quell'alone viola
maledetto non è mai scomparso del tutto. Questo è stato un
grande peso per me''. E scrive nel libro - presentato a Passaggi
Festival a Fano - ''Oggi farei coming out immediatamente e
chiederei aiuto a tutti, riservandomi il diritto di non fare
sconti e mandare subitaneamente a fanculo chi volta le spalle''.
Quindi fare una campagna di comunicazione, coì come Elena Di
Cioccio fa nel libro anche nel caso della violenza sulle donne.
Lei che è stata vittima di un rapporto patologico con un
ragazzo, ed è riuscita anche qui ad uscirne con le sue gambe.
Senza l'appoggio del padre, il leader della Pfm Franz Di Cioccio
che recentemente ha avuto parole dure per lei. ''Non voglio
parlarne, non voglio commentare sono anni che non ci parliamo,
cosa voglia dire lui lo sa soltanto lui'', chiosa. Sullo sfondo
il lavoro, una carriera travolgente che attraversa radio, tv,
cinema e ora anche il libro - non nega - potrebbe diventare un
film. ''Però io no ecco non voglio proprio interpretarlo perché
voglio andare oltre, ora voglio viaggiare verso il sorriso''.
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