Una settimana dopo il duro atto
di accusa di Britney Spears si spacca il fronte che da 13 anni
tiene sotto tutela legale la popolare cantante: il padre Jamie,
che nel 2008, dopo il clamoroso crollo mentale della figlia,
aveva ottenuto l'ultima voce in capitolo su tutti i suoi asset e
su ogni sua azione, ha scaricato su un'altra tutrice, Jodi
Montgomery, la responsabilita' "delle difficolta' e delle
sofferenze" a cui Britney e' andata incontro. "Mi preoccupa il
fatto che la Montgomery non rifletta i desideri di Britney", ha
detto Jamie, chiedendo alla corte di indagare. A sua volta la
tutrice ha replicato dichiarando di aver "instancabilmente"
difeso le volontà della popstar e che e' Jamie che ha il compito
di approvare qualsiasi spesa Britney vada incontro in quanto
controllore della sua fortuna finanziaria: un ruolo che lo rende
di fatto l'ultimo arbitro sulle scelte di vita della figlia
quasi quarantenne. La Montgomery e' entrata in gioco due anni fa
come co-tutrice per tutte le questioni personali che riguardano
la pop-star. Comparendo per la prima volta pubblicamente in aula
via telefono - - 24 minuti di accuse all'insegna del "voglio
indietro la mia vita" - la settimana scorsa Britney aveva
chiesto di metter fine ai pesanti vincoli esercitati su di lei e
che le impediscono, nell'esempio piu' clamoroso da lei citato,
di sposarsi di nuovo e avere un figlio. "Mai le ho impedito di
sposarsi", ha replicato Jamie attraverso un legale, riferendosi
al fidanzamento della figlia con l'ex boyfriend Jason Trawick.
Intanto, nel documento presentato al giudice Branda Penny un
avvocato della Montgomery ha annunciato che presenterà presto
alla corte un piano in cui saranno delineati "una serie di passi
per porre fine alla tutela legale". Ma il cammino per liberare
Britney dai vincoli che da 13 anni la chiudono in una prigione
dorata e' ancora tutto in salita. Ancora ieri una richiesta del
suo avvocato Samuel Ingham III di essere rimossa dalla
"custodianship" e' stata respinta dalla giudice Penny che pure
la scorsa settimana aveva definito "coraggiosa" la decisione di
Britney di esporsi pubblicamente. La bocciatura - precisano i
media americani - non è in risposta al nuovo 'j'accuse' della
cantante ma a documenti, presentati da Inghram mesi fa, che
avevano come obiettivo quello di approvare la società Bessemer
Trust come 'co-conservator', ovvero affiancare il padre della
star nelle tutela legale. E tuttavia il fatto che la giudice ne
abbia approfittato per ribadire che Jamie e' ancora in carica
mentre Britney "e' sostanzialmente incapace di gestire le sue
risorse finanziarie o resistere a tentativi di frode o
coercizione", non lascia ben sperare i fan che, riuniti nel
movimento #FreeBritney, reclamano la liberazione della loro diva
dal gioco del "padre padrone".
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