Oltre 150 000 gli studenti che oggi
si sono mobilitati in più di 80 piazze in tutto il paese, contro
la legge di bilancio e per richiedere maggiori investimenti sul
diritto allo studio e un cambiamento strutturale del sistema di
istruzione pubblica: "oggi siamo in piazza perché vogliamo
portare al centro i nostri bisogni e le nostre proposte, la
politica ci deve ascoltare" dichiarano gli studenti. "Per
l'ennesima volta siamo rientrati a scuola e tutte le carenze
strutturali del nostro sistema educativo si sono mostrate -
dichiara Luca Redolfi coordinatore dell'Unione degli Studenti -
scuole pericolanti, trasporti affollati e insufficienti,
didattica nozionistica, diritto allo studio negato, sono solo
alcuni dei motivi per i quali il oggi le studentesse e gli
studenti si sono mobilitati in tutto il paese. È necessaria una
riforma totale del mondo dell'istruzione, che sappia rinnovare
la didattica e immaginare un nuovo modello di scuola inclusiva
che sappia trasformare la società". In piazza anche gli studenti
universitari. Lorenzo Morandi di Link Coordinamento
Universitario dichiara: "Dopo la pandemia ci saremmo aspettati
una risposta significativa dal governo ai bisogni degli studenti
e invece in legge di bilancio non c'è nemmeno un euro per noi.
Vogliamo l'innalzamento della no tax area per le tasse
universitarie almeno a 30.000 di ISEE, verso la gratuità
dell'istruzione; vogliamo agevolazioni e misure reali di
sostegno sugli affitti e sui trasporti, fondi per ampliare e
riqualificare gli spazi universitari." Gli studenti, inoltre,
pongono l'accento sulla necessità di un cambio di rotta
generale, a partire dal ripensamento dell'ultima legge di
bilancio: "Questa legge di bilancio è l'ennesima dimostrazione
che il governo non ha alcun interesse nel rispondere ai bisogni
della popolazione. Per la nostra generazione non ci sono neanche
le briciole: contro gli attacchi al reddito e al lavoro che
questo governo sta portando avanti, vogliamo un futuro libero
dalla precarietà e strumenti di welfare incondizionati che
permettano a noi giovani di emanciparsi davvero" continua
Arianna Petrosino della Rete della Conoscenza. In alcune città
le questure hanno vietato all'ultimo le manifestazioni o imposto
variazioni di percorso e modalità, ma questo non ha fermato gli
studenti "La mobilitazione di oggi è anche una risposta al
tentativo di stretta repressiva operato dal ministero
dell'Interno con la direttiva del 10 novembre: non siamo
disposti a lasciare che la nostra protesta venga
invisibilizzata", continua Manuel Masucci, della Rete della
Conoscenza Milano, Torino, Roma e Napoli sono solo alcune delle
grandi città in cui si sono svolte le mobilitazioni; cortei,
presidi, azioni di protesta e assemblee saranno le forme di
mobilitazione messe in atto dagli studenti, tutte con un unico
obiettivo: "È necessario cambiare l'istruzione per cambiare il
sistema e non c'è più tempo: siamo il futuro che si ribella".
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