"Un litro o due di Dogliani
superiore potrebbero portarmi a parlare di quello che ho
vissuto. Non è stato un divorzio, ma qualcosa di peggio. In un
divorzio le colpe si dimezzano, sai il perché avviene. Qui non
lo so, posso solo supporre perché". Lo ha detto Massimo Giletti
al Festival della Tv di Dogliani. "Ho fatto la scelta di non
parlare e il silenzio mi è costato molto. Lo faranno i
magistrati al momento giusto", ha aggiunto.
Poi Giletti, incalzato da Alessandra Comazzi, ha spiegato:
"Quando uno ti manda una mail dopo sei anni di rapporto stretto
e grande successo, una mail in cui dice che rimani a
disposizione ma il tuo programma è sospeso senza spiegartelo, è
peggio di un divorzio. Io penso che in questo sistema chi fa
inchieste dà molto fastidio. C'è chi è tutelato, chi è interno a
un gruppo di lavoro, io sono un cane sciolto, sono sempre stato
così. Evidentemente le cose che stavo per toccare era meglio che
non fossero taccate. Questa è la mia sensazione, hanno pagato
soprattutto i miei ragazzi, un gruppo di trenta persone, che
hanno perso il posto".
"Mi hanno chiuso - ha detto Giletti - per quello che stavo
facendo in quei mesi. Ricordo solo con tragica soddisfazione che
Marcello Dell'Utri in una intercettazione chiama il capoufficio
legale di Mediaset e dice 'Giletti va chiuso'. Quella
intercettazione è agli atti di un processo. Se un pezzo grosso
come Dell'Utri chiede la chiusura un motivo ci sarà. Il resto
sono parole al vento. Cairo mi ha dato un grandissima libertà
per due miliardi di puntate, alla duemiliardesima e uno non me
l'ha più data. È un editore, può fare quello che vuole, un
giorno magari a quattr'occhi da uomo a uomo mi dirà perché.
Invece di mandare una mail mi piacerebbe mi dicesse la verità".
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