"Thiago Motta ha una rosa forte, migliorata con gli acquisti fatti.
Ci farà divertire e mi auguro che possa tornare a lottare per lo scudetto dalla prima all'ultima giornata.
Sono sicuro che dimostrerà il suo valore.
Ha le stigmate del grande allenatore". Da grande ex Juve
Leonardo Bonucci guarda con curiosità e ottimismo al nuovo corso
bianconero: l'ex difensore, ospite al Giffoni Film Festival
prima di cominciare a Coverciano la nuova pagina da allenatore,
ha parlato dell'Europeo e dei giovani, a cui non viene dato il
giusto spazio.
"Si stanno disaffezionando al calcio, alcune cose devono
cambiare, altrimenti sempre più giovani si allontaneranno da
questo sport. Le partite sono troppo lunghe e si pensa troppo al
risultato piuttosto che allo spettacolo - ha detto Bonucci -. Si
deve tornare al calcio di strada. Deve esserci un
ridimensionamento economic. Un ragazzo che guadagna già molto si
può perdere facilmente, ha troppe pressioni". Capitolo europeo,
che ha visto l'Italia uscire senza gloria. "E' stato noioso, le
squadre sono arrivate troppo stanche".
Parole di elogio per Antonio Conte nuovo tecnico del Napoli:
"Penso sia la miglior scelta possibile per De Laurentiis. Sono
convinto che a Napoli farà un grande lavoro". "Non è un segreto
- aggiunge - che la nostra partenza non era stata delle
migliori, all'inizio avevo fatto 3 mesi di panchina nonostante
la Nazionale. Mi disse che per me alla Juve non c'era spazio e
che se volevo potevo andare via, ma lasciare in quel momento per
me sarebbe stata una sconfitta. Con umiltà sono rimasto e ho
lavorato sodo, sempre a testa bassa. Da quel momento è
cominciato il nostro nuovo rapporto". "Antonio è l'allenatore
più importante avuto nella mia carriera, un modello per me sia
per l'aspetto tattico che per quello motivazionale. Un altro
punto di riferimento è Roberto Mancini - aggiunge - molto
diverso da Antonio, sempre pacato, difficilmente alza la voce.
Loro sono due esempi di come si può raggiungere lo stesso
risultato con modalità differenti. Sono loro i modelli per la
mia vita che verrà".
Domani primo giorno di preparazione da allenatore: "Voglio
essere un allenatore vincente perchè ho un brutto rapporto con
la sconfitta. Il mio eroe? Mio figlio. Abbiamo superato un
momento molto difficile quando non è stato bene. E' in quelle
situazioni che capisci davvero quali sono le priorità della
vita, perché il calcio può essere importante, ma la vita di tuo
figlio è tutta un'altra cosa".
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