Chi si rivede.
Se l'atletica mondiale ha dovuto fare a lungo a meno di Marcell Jacobs, dopo Tokyo, la staffetta azzurra ne aveva perso le tracce da due anni esatti, qualche spicciolo di giorno in più. "Mi è mancata", ammette il campione olimpico dei 100 alla vigilia della batteria di qualificazione dei Mondiali di Budapest, che lo vedrà - unico sicuro del posto, secondo il responsabile della velocità azzurra, Filippo Di Mulo - rientrare in staffetta come secondo frazionista. "Lui correrà per secondo, per il resto della squadra devo sciogliere gli ultimi dubbi, darò la formazione soltanto nel riscaldamento pre-gara", dice Di Mulo.
Patta-Jacobs-Desalu-Tortu era il quartetto dei moschettieri azzurri a Tokyo. E oggi come allora, l'ultimo frazionista viene da una delusione: per la mancata finale dei 100 ai Giochi, per il flop sui 200 qui in Ungheria. "Sono state ore difficili, mi è servito stare con la squadra", ammette Tortu. Forse anche per questo Di Mulo rinvia ogni annuncio che non abbia il nome Jacobs. "Ho le idee chiare - dice il tecnico -. Sono pronti il piano A e quello B, anche C e D, però voglio vedere gli atleti scaldarsi e poi decideremo. Vale anche per la squadra femminile, ma per loro abbiamo qualche punto di riferimento in più". "La staffetta - ricorda a tutti Di Mulo - è così difficile che tutto può succedere. Anche una squadra che nessuno considera può andare sul podio. Se c'è grande concentrazione, e le cose vanno bene, alla fine ci divertiremo".
E' la stessa convinzione di Jacobs, che già dopo la mancata qualificazione alla finale dei 100 aveva detto di volersi concentrare sulla staffetta. "Sono contento di essere qui, era da Tokyo che non prendevo parte alla 4x100 e devo dire che mi è mancata parecchio. Mi è mancato il gruppo, stare insieme, fare le esercitazioni che facciamo di solito. Siamo determinati e preparati, stiamo lavorando bene e in questi due giorni ho provato i cambi: c'è un ottimo feeling, la pista è veloce, ci possiamo divertire". Dal suo osservatorio privilegiato, Jacobs sottolinea come "nei 100 metri è una stagione in cui il livello medio si è alzato moltissimo. Ci sono state tante sorprese, con l'esclusione di Kerley dalla finale. Si vedeva che Lyles era in gran forma".
Tortu è cauto. "C'è in gioco una finale, nessuno di noi l'ha mai corsa ai Mondiali finora in staffetta, dobbiamo essere in grado di fare una grande gara per qualificarci. Possiamo valere qualcosa di meglio rispetto al 38.04 di Grosseto, dove i cambi non erano perfetti. Il primo obiettivo è andare in finale, e non sarà facile, poi ci sarà quello di andare a medaglia. Almeno cinque o sei squadre sembrano davanti a noi - prosegue il velocista milanese -, dagli Usa alla Giamaica, dal Canada campione in carica a Giappone e Gb, ma andremo in pista per lasciarne dietro quante più possibile. Nell'atletica contano i tempi: se corri piano, come ho fatto io ieri, esci e invece se vai forte passi il turno". Fausto Desalu fa riferimento alla sua sfortuata batteria dei 200, ieri ("dopo le poche gare di quest'anno, c'era un po' di tensione e dovevo rompere il ghiaccio"), mentre Lorenzo Patta assicura di aver superato il problema fisico che l'aveva escluso dagli assoluti. Risptto a Tokyo l'outsider è Simone Ceccarelli. "Siamo tutti equivalenti, in forma, pronti e determinati per raggiungere il miglior risultato possibile".
Dopo la staffetta uomini, sarà il turno di qualificazione della 4x100 donne. "Le due gare di quest'anno, a Firenze e Chorzow, non sono andate come speravamo - dice Anna Bongiorni -. Ci è dispiaciuto soprattutto sbagliare in Coppa Europa ma fare errori serve. Ora siamo qui per raccogliere qualcosa di grande, a partire dalla terza finale mondiale consecutiva. Il mondo corre, ma anche noi. Servono tempi intorno al record italiano (42.71), dovrà andare tutto liscio ma abbiamo le potenzialità per farlo".
Intanto, Stano ha chiuso settimo la 35 km di marcia, dopo il ritiro nella 20, che spiega il sorriso con cui il campione olimpico ha accolto il piazzamento. "Oggi a correre c'ero io, non mio fratello: mi sono divertito, sono anche rammaricato, mi sono espresso per quel che potevo. Spero - la sua conclusione - che tutto questo sia utile per le Olimpiadi di Parigi: intanto, meglio settimo che ritirato".
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