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La Lega pronta alla piazza se Salvini sarà condannato

La Lega pronta alla piazza se Salvini sarà condannato

Venerdì la sentenza. Nel weekend i gazebo

ROMA, 18 dicembre 2024, 20:37

di Michela Suglia

ANSACheck
Il segretario della Lega Matteo Salvini - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il segretario della Lega Matteo Salvini - RIPRODUZIONE RISERVATA

La Lega è con il suo leader. E se Matteo Salvini venisse condannato nel processo Open arms che venerdì si chiuderà a Palermo, il partito scenderà in piazza. Nessuna mobilitazione in Sicilia - colpa del flop dell'ultima volta, a ottobre, e dell'impegno con la Manovra nelle stesse ore a Montecitorio - ma alcuni gazebo saranno allestiti sabato e domenica a Roma e Milano.

Video Cosa e' successo alla nave di Open Arms e che rischia Salvini

 

Meglio attendere la sentenza, insomma. Poi si vedrà. Di sicuro il vicepremier sarà a Palermo venerdì. E' accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio per aver impedito, da ministro dell'Interno, lo sbarco di 147 migranti soccorsi dalla ong Open Arms e rimasti in mare 19 giorni, nell'agosto 2019. Per lui il pm ha chiesto sei anni di carcere.

 

Sul verdetto, non circola ottimismo nel partito. A bassa voce molti temono comunque una condanna, anche se più lieve di 6 anni. E reagiscono con amarezza al pensiero, per il segnale di debolezza che l'eventualità darebbe al governo più che al partito. Lo spirito più battagliero è incarnato dai 'colonnelli' del segretario. In testa Andrea Crippa, uno dei vice di Salvini. Fedele al suo stile agguerrito e senza peli sulla lingua, rimarca: "Un'eventuale condanna sarebbe un fatto gravissimo, una condanna all'intero popolo italiano, al Parlamento e quindi al governo eletto direttamente dai cittadini".

Crippa quindi annuncia: "Tutto il partito è pronto alla mobilitazione in caso di condanna". Niente di più, ma finora è esclusa un'iniziativa a Palermo anche per ragioni di collegamenti con l'isola e complice il clima natalizio.

Ma la preoccupazione risuona anche al Senato. Se ne fa portavoce Marco Dreosto. Con un inciso, parlando di immigrazione e forse approfittando della presenza della premier Giorgia Meloni in Aula (ha riferito sul prossimo Consiglio europeo), il senatore attacca: "E' scandaloso, lo ripeto scandaloso, che un ministro della Repubblica sia portato a processo per aver fatto il proprio dovere. Difendere i confini non è un reato, è un dovere e un atto di responsabilità". E la vicinanza - assicura - non è solo come leghisti, ma come italiani.

Poco dopo, la premier si associa e ribadisce "la solidarietà di tutto il governo" provocando l'applauso del centrodestra. Tutti in piedi, senatori e i ministri presenti. A fare il tifo per lui anche Andrea Delmastro di Fratelli d'Italia: "Sono convinto che terminerà con un'assoluzione, una condanna sarebbe un fatto molto grave". E il sottosegretario alla Giustizia aggiunge: "Ho sentito una requisitoria del pm e mi è sembrata un proclama da centro sociale più che una requisitoria".

 

Salvini non è in aula al momento degli applausi. Arrivato a inizio seduta, ci è rimasto pochi minuti. Ma l'abbraccio dei 'suoi' l'ha testato a Bruxelles, con il sostegno degli eurodeputati leghisti e dei Patrioti che si sono messi in posa con la maglietta 'Colpevole' in stile Wanted. E a Roma, incontrando parlamentari e collaboratori la sera prima. Cena per i tradizionali auguri di Natale in un'enoteca a pochi passi dal Pantheon.

Clima tranquillo, ma stavolta l'umore è meno festaiolo e incerto. Parecchi raccontano che il segretario è apparso "determinato come sempre". Per altri, è abituato a non piangersi addosso e camuffa bene. Inevitabile il peso di una condanna e l'effetto (anche solo mediatico) sul governo Meloni. Da qui la strategia che la comunicazione del partito starebbe pensando in caso di condanna, immaginando un profilo alla Trump e sperando forse nello stesso effetto iconico che ad esempio ha avuto l'attentato subito dal presidente Usa, utili poi a fini elettorali. Salvini a voce avrebbe ribadito ai 'suoi' la necessità di un partito meno diviso e la speranza di un 2025 senza elezioni, per consentire al governatore veneto Luca Zaia di andare avanti ed esserci per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina

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