Lo stop alla norma sui revisori del
Mef, sostituita dalla verifica da parte degli organi di
controllo già esistenti dell'utilizzo dei contributi pubblici,
conferma, "dopo settimane di acceso dibattito e di versioni
differenti sinceramente inaccettabili, l'insostituibile ruolo di
garanzia del pubblico interesse svolto dai commercialisti
italiani nello svolgimento della funzione di revisori dei
conti". È quanto afferma in una nota il presidente del Consiglio
nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio commentando la
modifica introdotta in manovra. "In queste settimane - spiega -
ci siamo spesi con forza affinché questo ruolo non fosse svilito
e oggi possiamo quindi esprimere la nostra piena soddisfazione
per il testo approvato".
De Nuccio sottolinea come "la norma, grazie alla costante
interlocuzione avuta con tutte le forze politiche, nella tarda
serata di ieri e dopo una giornata particolarmente convulsa in
cui si sono susseguite versioni discordanti, ha trovato sintesi
definitiva in quello che il nostro Consiglio Nazionale chiedeva,
ovvero l'abrogazione del comma che disponeva della nomina di
esponenti ministeriali. Un'ipotesi che avrebbe creato una
frattura sistemica nella articolazione dei controlli societari
che alla fine è stata sostituita dalla prescrizione, per i
commercialisti impegnati nei collegi sindacali, di una specifica
attività di rendicontazione dell'utilizzo dei contributi
pubblici, attività che peraltro è più che condivisibile nei suoi
propositi".
Il presidente ringrazia quindi "tutte le forze politiche che
hanno votato la versione definitiva della norma, prestando
ascolto alle nostre osservazioni e alle ragioni espresse per la
difesa della indipendenza e della competenza degli organi di
controllo delle società. Un ringraziamento particolare va
rivolto ai colleghi commercialisti e Onorevoli Andrea De
Bertoldi e Gianmauro dell'Olio per il loro prezioso supporto".
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