In occasione del centenario dalla
fondazione dell'Organizzazione Internazionale della Vigna e del
Vino (Oiv), la Rappresentanza Permanente d'Italia presso le
Organizzazioni Internazionali a Parigi ha organizzato oggi una
conferenza intitolata "History of Wine Cultivation: from
Innovation on Earth to Lunar Terroir" (Storia della viticultura:
dalle innovazioni sulla terra ai terroir lunari).
Per l'occasione l'ambasciatore Luca Sabbatucci,
rappresentante permanente italiano a Parigi, ha ricordato
l'importanza del settore vitivinicolo per l'Italia e la
rilevanza dell'Oiv.
"L'Italia segue con grande attenzione le attività dell'Oiv, poiché queste hanno un impatto sostanziale e diretto su un settore per noi strategico.
Anche per questo
abbiamo ospitato, lo scorso aprile, a ridosso del Vinitaly, una
riunione ministeriale con i partner Oiv". Per l'alto diplomatico
italiano, il vino "è molto più che un prodotto, è la sintesi di
esperienza, passione e tradizione: l'esempio immediato di quel
soft power che ci contraddistingue nel mondo".
All'evento sono stati invitati i vertici dell'Oiv, il
presidente Luigi Moio ed il direttore generale John Barker.
L'Italia, Paese fondatore dell'organizzazione, è tra i maggiori
contributori dell'Oiv ed esercita un ruolo di primo piano in
seno alla stessa. Con un vigneto nazionale di 720 mila ettari,
la Penisola ha infatti mantenuto la posizione di maggior
produttore di vino negli ultimi 10 anni, con una produzione
media di 48 milioni di ettolitri, che rappresenta il 18% della
produzione vinicola mondiale, per un valore di 7,7 miliardi di
euro.
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