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Egitto, mostra fotografica sul restauro del Monastero Rosso

Egitto, mostra fotografica sul restauro del Monastero Rosso

Sarà inaugurata domenica, è incentrata su antiche pitture murali

06 dicembre 2024, 17:50

Redazione ANSA

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(ANSAmed) - IL CAIRO, 06 DIC - Al Monastero Rosso, una delle "chiese monastiche basilicali" meglio conservate d'Egitto, domenica prossima verrà inaugurata la mostra fotografica "Il restauro del Monastero Rosso: l'ingegno e la storia", che documenta il recupero delle sue pitture murali, "capolavori che raccontano oltre un millennio di storia". Lo segnala un comunicato dell'Istituto Italiano di cultura (IIC) del Cairo riferendosi al monastero situato nei pressi di Sohag, circa 470 km a sud della capitale egiziana, nell'Alto Egitto.
    La mostra fotografica che verrà inaugurata l'8 dicembre illustrerà il minuzioso lavoro svolto dai restauratori, mettendo in luce il recupero di quattro distinti strati pittorici e celebrando il patrimonio unico rappresentato dal "Monastero Rosso, oggi un museo a cielo aperto che invita i visitatori ad immergersi nella sua affascinante eredità", come dichiarato dal curatore, il Console Onorario Francis Amin.
    Il restauro dei dipinti murali, situati a pochi chilometri a nord di un altro monastero detto "Bianco", era iniziato nel 2002. La proposta di effettuare un primo sopralluogo a Sohag per ispezionare il ciclo di dipinti e fare alcuni sondaggi di intervento venne dalla storica dell'arte Elizabeth Bolman, che avrebbe poi seguito tutti i lavori insieme allo storico Michael Jones. L'ambizioso progetto è stato finanziato dall'American Research Center in Egypt e patrocinato dalla Chiesa Copta.
    Prima dei restauri la chiesa si presentava "fortemente deteriorata: gli intonaci apparivano pericolanti e le decorazioni pittoriche erano praticamente invisibili, celate sotto uno spesso strato di sporco, nero fumo e guano di uccelli", rievoca l'IIC cairota ricordando che il monastero risale alla fine del V secolo ed è dedicata ai Santi Pishai e Pejol, asceti che vissero nella regione nel IV secolo. "Già in questa prima fase di studio, grazie ai primi sondaggi di pulitura, con grande sorpresa si scoprì un palinsesto di più strati decorativi sovrapposti, risalenti ad almeno tre epoche differenti, comprese tra il VI e l'VIII secolo", ricorda ancora il comunicato. "Ciò rese il lavoro non solo un attento recupero dei dipinti, con la loro pulitura e consolidamento, ma anche una meticolosa e lenta riscoperta delle differenti fasi pittoriche sovrapposte: un lavoro paragonabile a quello di uno 'scavo' archeologico", evidenzia l'Iic.
    Al Cairo si è appreso che l'Ambasciatore d'Italia in Egitto, Michele Quaroni, e l'Abate Antonios presiederanno la cerimonia di inaugurazione. Come noto, l'inaugurazione sarà seguita dallo spostamento permanente della mostra presso il Museo di Sohag, città sul Nilo una ventina di chilometri più a est.
    L'Istituto italiano di cultura del Cairo ricorda che il restauro, durato quasi 16 anni, è stato guidato da Luigi De Cesaris, insieme a un team composto da 28 restauratori italiani e 12 egiziani. Tra i capi restauratori che hanno partecipato ci sono Adriano Luzi, Luigi De Cesaris, Alberto Sucato ed Emiliano Ricchi, oltre a numerosi altri professionisti, fra cui Debora Melano, Giuseppe Agulli, Eleonora Di Vittorio, Francesca Bassi ed Elena Della Monica. (ANSAmed).
   

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