(ANSAmed) - IL CAIRO, 06 DIC - Al Monastero Rosso, una delle
"chiese monastiche basilicali" meglio conservate d'Egitto,
domenica prossima verrà inaugurata la mostra fotografica "Il
restauro del Monastero Rosso: l'ingegno e la storia", che
documenta il recupero delle sue pitture murali, "capolavori che
raccontano oltre un millennio di storia". Lo segnala un
comunicato dell'Istituto Italiano di cultura (IIC) del Cairo
riferendosi al monastero situato nei pressi di Sohag, circa 470
km a sud della capitale egiziana, nell'Alto Egitto.
La mostra fotografica che verrà inaugurata l'8 dicembre
illustrerà il minuzioso lavoro svolto dai restauratori, mettendo
in luce il recupero di quattro distinti strati pittorici e
celebrando il patrimonio unico rappresentato dal "Monastero
Rosso, oggi un museo a cielo aperto che invita i visitatori ad
immergersi nella sua affascinante eredità", come dichiarato dal
curatore, il Console Onorario Francis Amin.
Il restauro dei dipinti murali, situati a pochi chilometri a
nord di un altro monastero detto "Bianco", era iniziato nel
2002. La proposta di effettuare un primo sopralluogo a Sohag per
ispezionare il ciclo di dipinti e fare alcuni sondaggi di
intervento venne dalla storica dell'arte Elizabeth Bolman, che
avrebbe poi seguito tutti i lavori insieme allo storico Michael
Jones. L'ambizioso progetto è stato finanziato dall'American
Research Center in Egypt e patrocinato dalla Chiesa Copta.
Prima dei restauri la chiesa si presentava "fortemente
deteriorata: gli intonaci apparivano pericolanti e le
decorazioni pittoriche erano praticamente invisibili, celate
sotto uno spesso strato di sporco, nero fumo e guano di
uccelli", rievoca l'IIC cairota ricordando che il monastero
risale alla fine del V secolo ed è dedicata ai Santi Pishai e
Pejol, asceti che vissero nella regione nel IV secolo. "Già in
questa prima fase di studio, grazie ai primi sondaggi di
pulitura, con grande sorpresa si scoprì un palinsesto di più
strati decorativi sovrapposti, risalenti ad almeno tre epoche
differenti, comprese tra il VI e l'VIII secolo", ricorda ancora
il comunicato. "Ciò rese il lavoro non solo un attento recupero
dei dipinti, con la loro pulitura e consolidamento, ma anche una
meticolosa e lenta riscoperta delle differenti fasi pittoriche
sovrapposte: un lavoro paragonabile a quello di uno 'scavo'
archeologico", evidenzia l'Iic.
Al Cairo si è appreso che l'Ambasciatore d'Italia in Egitto,
Michele Quaroni, e l'Abate Antonios presiederanno la cerimonia
di inaugurazione. Come noto, l'inaugurazione sarà seguita dallo
spostamento permanente della mostra presso il Museo di Sohag,
città sul Nilo una ventina di chilometri più a est.
L'Istituto italiano di cultura del Cairo ricorda che il
restauro, durato quasi 16 anni, è stato guidato da Luigi De
Cesaris, insieme a un team composto da 28 restauratori italiani
e 12 egiziani. Tra i capi restauratori che hanno partecipato ci
sono Adriano Luzi, Luigi De Cesaris, Alberto Sucato ed Emiliano
Ricchi, oltre a numerosi altri professionisti, fra cui Debora
Melano, Giuseppe Agulli, Eleonora Di Vittorio, Francesca Bassi
ed Elena Della Monica. (ANSAmed).
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