Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol "deve essere rapidamente sospeso" dalle sue funzioni: "è un grave pericolo" e "c'è la possibilità che possa intraprendere di nuovo un'azione radicale" se decidesse di difendersi ad oltranza. Alla vigilia del voto in Parlamento sulla mozione di impeachment delle opposizioni, Han Dong-hoon, il leader del People Power Party al governo, ha lanciato un durissimo atto d'accusa verso Yoon, ormai in trincea, premendo per le sue dimissioni.
Ha fornito dettagli sulla natura golpista della legge marziale, dichiarata martedì sera dal presidente e poi ritirata per la bocciatura parlamentare, che prevedeva anche l'ordine d'arresto per figure politiche chiave ritenute forze "anti-Stato" e la mobilitazione dell'intelligence per eseguire la retata. Nel mirino, tra gli altri, lo stesso Han e il leader dell'opposizione Lee Jae-myung, ha riferito il quotidiano Chosun Ilbo.
"Dati i fatti appena rivelati, credo sia necessario sospendere rapidamente il presidente Yoon dai suoi doveri", ha rincarato Han nell'incontro coi suoi deputati, facendo pensare a un voto a favore dell'impeachment dell'ex procuratore che aveva portato alla vittoria nel 2022. In tarda serata, il capogruppo Choo Kyung-ho ha fatto visita a Yoon: "Il presidente ha detto che ascolterà con attenzione ciò che i nostri deputati hanno da dire e ci penserà a lungo", ha riferito un portavoce.
La giornata, difficile e convulsa, ha visto il ministro della Difesa ad interim Kim Seon-ho convocare una conferenza stampa per smentire l'ipotesi di una nuova legge marziale. "Le voci di questa mattina non sono vere. Il ministero della Difesa e l'esercito non obbedirebbero ad alcun nuovo ordine di esecuzione della legge marziale", ha assicurato Kim, che nel frattempo ha sospeso tre comandanti militari coinvolti nelle turbolenti vicende di martedì.
La procura generale ha costituito un team speciale per indagare sulla procedura seguita da Yoon quando ha dichiarato la legge marziale e il ministero della Difesa ha garantito "la piena collaborazione", anche mobilitando la procura militare. Le protesta per le dimissioni sono andate in scena anche oggi, con scioperi ad ampio spettro. Migliaia le persone mobilitate vicino al Parlamento, prove generali della "enorme manifestazione", tra veglia e marcia, stimata domani dalla polizia.
"Non possiamo affidare il governo della nazione, nemmeno per un momento, a un presidente che ha messo in pericolo la vita del popolo sovrano con azioni incostituzionali e illegali", ha affermato ll leader del partito democratico Lee Jae-myung, sicuro che l'impeachment passerà. Servono solo 8 voti dissidenti tra i 108 deputati del People Power Party per raggiungere il quorum a quota 200.
Intanto, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha parlato con il suo omologo Cho Tae-yul e ha espresso profonda preoccupazione per la legge marziale e sollievo per la sua revoca, fiducioso "nella resilienza democratica". L'impegno di Washington "verso l'alleanza rimane ferreo", ha assicurato. Da Stoccolma, infine, la scrittrice Han Kang, vincitrice del Nobel 2024 per la letteratura, ha detto di seguire "le notizie in stato di shock". Ha ricordato gli studi fatti sulla legge marziale del dittatore militare sudcoreano Chun Doo-hwan per il suo romanzo del 2014 'Human Acts': "Spero sinceramente che non torneremo a un'epoca in cui le voci vengono messe a tacere con la forza o la coercizione".
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