Per l'ex presidente della Bolivia
Evo Morales il mandato di arresto spiccato contro di lui dalla
procura - per violenza sessuale su minore e tratta di esseri
umani - è frutto di una persecuzione politica che ha come
obiettivo consegnarlo "come trofeo di guerra al governo degli
Stati Uniti" e impedirgli di candidarsi per un nuovo mandato.
In una pubblicazione su X a poche ore dagli ultimi sviluppi
della vicenda giudiziaria iniziata a settembre, Morales afferma
di essere vittima "come tanti altri presidenti di sinistra in
America Latina".
"Vengono inventati crimini contro di me, non vengono
rispettati i principi costituzionali di presunzione di innocenza
e del giusto processo, mi condannano e fucilano giuridicamente,
politicamente e mediaticamente", ha scritto commentando
l'inchiesta in cui è accusato di aver avuto una relazione
sentimentale con un'adolescente da cui sarebbe anche nata una
bambina. "Non hanno prove, solo slogan e un odio sfrenato", ha
aggiunto, accusando il governo del suo ex delfino e oggi nemico,
Luis Arce, di volerlo uccidere.
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