La Procura brasiliana ha fatto
appello contro la decisione che ha assolto dirigenti e tecnici
delle multinazionali Vale, Samarco e BHP Billiton, oltre alle
società responsabili della diga di Mariana, nello stato del
Minas Gerais, che nel 2016 causò uno dei più grandi disastri
ambientali della storia del paese sudamericano.
Il ricorso presentato oggi contro l'assoluzione decretata
dalla giudice Patrícia Alencar Teixeira de Carvalho nel processo
di primo grado sarà giudicato dal Tribunale Regionale Federale
della 6a Regione di Belo Horizonte, la capitale del Minas
Gerais.
La Procura brasiliana che indaga sui reati di inondazioni,
inquinamento con vittime e danni alle unità di conservazione,
ritiene responsabili i massimi dirigenti e le multinazionali
Vale, Samarco e BHP Billiton.
Il crollo della diga ha provocato la morte di 19 persone e
ha inquinato il fiume (río) Doce, che attraversa il Minas Gerais
e l'Espírito Santo, danneggiando anche le spiagge di
quest'ultimo stato.
Per il pubblico ministero Eduardo Henrique de Almeida
Carvalho c'è stata omissione da parte degli indagati riguardo al
rischio della diga e nel suo ricorso sottolinea i 22 punti che
dirigenti e tecnici non hanno rispettato e che sarebbero stati
fondamentali per evitare la tragedia.
L'assoluzione della giudice Patrícia Carvalho era stata
annunciata una settimana dopo la firma dell'accordo tra le
multinazionali e le autorità locali per un pagamento di 26,56
miliardi di euro (170 miliardi di reais) a titolo di
risarcimento.
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