Il presidente del Venezuela
Nicolás Maduro ha accusato l'opposizione di tutte le morti
registrate nel corso delle proteste sociali esplose dopo la
contestata elezione del 28 luglio. "Tutte le persone assassinate
negli avvenimenti violenti conseguenti alle azioni fasciste del
29 e 30 luglio sono state vittime di gruppi chiamati 'commandos'
composti da criminali pagati per scendere in piazza e commettere
atti vandalici", ha affermato il leader chavista in
un'intervista.
Maduro ha inoltre sottolineato che sono in corso indagini per
risalire ai responsabili per punirli "in conformità con i canoni
del diritto internazionale".
Il presidente ha riconosciuto che le autorità del Paese sono
riuscite a esprimere "forza e capacità" per "ristabilire la pace
costituzionale in 48 ore". "La giustizia è stata fatta,
giustizia continuerà ad essere fatta", ha affermato, denunciando
ancora una vola che l'opposizione promuove un intervento
militare nel Paese con l'ingerenza straniera "per trasformare il
Venezuela in un'area di conflitto".
Secondo la stima di numerose Ong internazionali sarebbero
almeno 25 le morti registrate nel corso degli sconti, la cui
responsabilità sarebbe da far risalire alle forze di sicurezza
governative.
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