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Vescovi maroniti, 'porre fine alle aggressioni israeliane'

Vescovi maroniti, 'porre fine alle aggressioni israeliane'

L'appello della Chiesa del Libano alla comunità internazionale

CITTÀ DEL VATICANO, 07 novembre 2024, 15:03

Redazione ANSA

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I Vescovi maroniti hanno lanciato un appello alla comunità internazionale affinché "stabilisca un cessate il fuoco immediato e applichi la risoluzione Onu 1701, per consentire il ritorno degli sfollati alle loro case e porre fine alle aggressioni israeliane che violano la sovranità nazionale del Libano". L'ultimo episodio in tal senso, hanno ricordato i Vescovi maroniti, è stato "il rapimento compiuto a Batroun" di Imad Amhaz da parte un commando navale israeliano pochi giorni fa.
    I vescovi della Chiesa maronita si sono riuniti a Bkerké, cittadina del Libano sulla baia di Jounieh, per il loro incontro mensile presieduto dal Patriarca Béchara Raï. Diversi i temi affrontati. Tra questi, le conseguenze umanitarie della guerra in corso in Libano e il "grazie" al Papa e alla Santa Sede per la recente canonizzazione dei "martiri di Damasco". Lo riferisce l'agenzia Fides.
    Sulla questione del conflitto che da oltre un anno sta lacerando l'area del Medio Oriente, i Vescovi maroniti - si legge in comunicato stampa - hanno espresso "profonda preoccupazione per le vittime e la distruzione causate dagli attacchi israeliani in molte zone del Libano".
    I vescovi hanno poi accolto con favore "la solidarietà dei vari leader religiosi libanesi che si sono uniti per denunciare l'aggressione israeliana e chiedere una rapida risoluzione per proteggere gli sfollati". La loro gratitudine è stata poi estesa al presidente francese Emmanuel Macron che ha deciso di convocare una conferenza internazionale a sostegno del Libano.
    E, mentre i Vescovi maroniti continuano a sperare in un aumento degli aiuti finanziari che possa permettere il rafforzare delle truppe libanesi, gli stessi hanno voluto sottolineare "l'impegno dei libanesi ad accogliere con dignità gli sfollati e a rafforzare le strutture di accoglienza in collaborazione con le autorità locali e le organizzazioni di sicurezza".
   

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