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Riconnettersi con la natura, la biofilia per amare la vita

Riconnettersi con la natura, la biofilia per amare la vita

È una chiave per il benessere umano e la sostenibilità, spingendoci a compiere scelte di vita più consapevoli


RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Oggi oltre il 55% della popolazione mondiale vive in aree urbane, e questa cifra raggiungerà il 70% entro il 2050. Trascorriamo fino al 90% del nostro tempo in ambienti chiusi, spazi che non sempre facilitano il contatto con l'ambiente del pianeta

di Martino Iannone


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Biofilia significa "amore per la vita". È l'innato bisogno umano di connettersi con la natura e le sue forme, un legame profondo e radicato nell’evoluzione della nostra specie. Questa tendenza si riflette nel nostro desiderio di stare all’aperto, in luoghi verdi e rigenerativi come il mare e i parchi, che ci facciano sentire più calmi. Tuttavia, oggi oltre il 55% della popolazione mondiale vive in aree urbane, e questa cifra raggiungerà il 70% entro il 2050. Trascorriamo fino al 90% del nostro tempo in ambienti chiusi, spazi che non sempre facilitano il contatto con la natura.

 

(martino.iannone@ansa.it)

Citazione

Albert Einstein

“Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già creata”

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Biofilia, ovvero l'amore per la vita

Biofilia, ovvero l'amore per la vita

Ricostruire quel legame che ci unisce alla natura

La disconnessione con la natura è recente rispetto alla nostra storia evolutiva: per oltre il 99% della storia dell’umanità, siamo stati a stretto contatto con la natura. Solo negli ultimi circa 200 anni, con l’industrializzazione, ci siamo distaccati dalla natura, con conseguenze sulla salute. Chi vive vicino a spazi verdi ha un rischio ridotto del 25% di sviluppare malattie croniche, mentre i bambini in aree con poca natura hanno fino al 55% in più di probabilità di sviluppare disturbi di salute mentale da adulti. Ma perché il bisogno di natura è fondamentale? "Anche un piccolo contatto con la natura  - spiega Rita Trombin, presidente dell'Accademia italiana di Biofilia - può avere effetti significativi: la vista di alberi dal letto d'ospedale accelera i tempi di guarigione del 18%, riduce l’assunzione di antidolorifici del 22% e diminuisce il 53% dello stress acuto. Inoltre, il 95% di visitatori e staff si sente più rilassato in ambienti naturali. La biofilia è quindi una chiave per il benessere umano e la sostenibilità, spingendoci a compiere scelte di vita più consapevoli. La connessione con la natura diventa un modo per preservare l’ambiente, integrando il nostro stile di vita con la natura di cui abbiamo bisogno per prosperare".

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Biofilia, la frontiera della psicologia ambientale

Biofilia, la frontiera della psicologia ambientale

La psicologia ambientale, la relazione reciproca tra persone e ambiente

La psicologia ambientale studia l'interazione tra persone e ambiente, analizzando come l’ambiente – naturale o costruito – influenza corpo, emozioni, pensieri e comportamenti, e come questi, a loro volta, influenzano l’ambiente. Questa relazione è bidirezionale: l’ambiente modella il nostro benessere, mentre le nostre azioni modificano lo spazio che ci circonda. La disciplina abbraccia entrambi gli aspetti, con attenzione sia all’uomo che al suo contesto. "Uno degli aspetti chiave è la connessione tra uomo e natura, ovvero la biofilia. La psicologia ambientale  - sottolinea il prof. Nicola Mammarella, direttore del Dipartimento di psicologia dell'Università degli Studi Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara - studia, ad esempio, come la natura riduca lo stress e favorisca il ripristino delle risorse mentali e fisiche. Il contatto con il verde e il blu è infatti fondamentale per il funzionamento cognitivo e il benessere generale. La percezione dello spazio è un altro tema chiave: il modo in cui ci orientiamo e navighiamo gli ambienti, dalla privacy all'orientamento, influenza comfort e relazioni sociali. La disciplina si occupa anche degli stressori ambientali come rumore, affollamento e disordine visivo, che possono compromettere significativamente la qualità della vita. Guida anche la progettazione degli spazi, dagli interni delle case agli uffici, dalle scuole alle città, fornendo soluzioni per soddisfare i bisogni umani fondamentali: dai bisogni di sicurezza a quelli cognitivi più complessi. La ricerca in questo campo influenza in modo significativo il biophilic design, suggerendo come creare ambienti costruiti e confinati che soddisfano l’innata biofilia umana, coerenti con il bisogno di connessione con la natura". Un altro tema emergente è lo studio dei comportamenti sostenibili e delle emozioni ambientali. La psicologia ambientale esplora le motivazioni che favoriscono pratiche ecologiche, le loro barriere, e aiuta a gestire emozioni come l'eco-ansia, promuovendo la biofilia. Nel complesso, la psicologia ambientale sottolinea che anche i piccoli dettagli – colori, forme, suoni – non sono mai neutri. Creare connessioni positive tra persone e ambiente contribuisce a comunità più sane e sostenibili. Come dicevano gli antichi romani, "Mens sana in corpore sano", oggi sappiamo che per una mente sana serve anche un ambiente sano.

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Biophilic design, come progettare al meglio i nostri spazi di vita

Biophilic design, come progettare al meglio i nostri spazi di vita

Il biophilic design, creare spazi dove la natura migliora la vita

Il biophilic design è un approccio innovativo alla progettazione degli spazi, che mette al centro la nostra connessione con la natura. Non si tratta solo di aggiungere piante in casa o in ufficio, ma di progettare ambienti che integrano elementi naturali come luce, colori e materiali, per favorire il benessere delle persone. Questo approccio soddisfa il nostro bisogno innato di natura, trasformando gli spazi in luoghi rigenerativi e salutari. Come si applica il biophilic design? "Pensiamo a un ufficio inondato di luce naturale - spiega Trombin - con grandi finestre che offrono una vista sul verde e piante che purificano l’aria. Studi scientifici hanno dimostrato che questi elementi possono migliorare le relazioni, aumentare le performance fino al 25%, ridurre lo stress del 37% e favorire la creatività del 15%. Il biophilic design ha un impatto positivo anche sulla sostenibilità, promuovendo l’uso di materiali locali e il risparmio energetico. Inoltre, crea spazi che favoriscono il benessere di chi li vive e una connessione profonda con la natura. Questo approccio deve essere portato in tutte le tipologie di luogo, dalla scala micro, come i prodotti di interior design, alla macro come le città, dove il biophilic design aumenta le interazioni sociali del 64%, riducendo la criminalità del 13% e aumentando il valore immobiliare fino al 20%. Non a caso, i luoghi biofilici sono tra i più amati da tutti".

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La natura in uffici e negozi migliora vendite e prestazioni 

(Foto ANSA)
(Foto ANSA) © ANSA/EPA

Spazi verdi ed elementi naturali all'interno degli ambienti urbani determinano benefici economici e sanitari, incrementando le prestazioni e riducendo il rischio di disturbi psicologici con risparmi potenziali da 600 milioni di euro all'anno sulla spesa sanitaria in Italia. I dati dell'Accademia Italiana di biofilia sono stati illustrati alla Camera dei Deputati. Da una analisi di oltre mille pubblicazioni internazionali, emergono i benefici di una connessione degli spazi urbani con la natura, è stato spiegato. Ad esempio nel settore del commercio "i negozi improntati al biophilic design (locali con ampie finestre con vista sull'esterno, abbondante luce solare, presenza di piante, forme, materiali, colori, ventilazione e profumi naturali, ecc.) registrano un incremento delle vendite fino al 20%, gli ingressi dei clienti salgono del 28% e addirittura il tempo di permanenza dei consumatori all'interno dei locali aumenta del 279%. Negli uffici che dispongono di spazi verdi ed elementi naturali all'interno delle stanze, la produttività dei lavoratori aumenta in media dell'11%, la qualità delle performance cresce in una forbice compresa tra il 10% e il 25%; lo stress si riduce in media del 37% e l'assenteismo del 16%".

Vantaggi anche sul fronte sanitario, considerato che "le persone che vivono a ridosso di parchi o che godono di spazi verdi nella propria abitazione come i giardini, hanno un rischio ridotto del 25% di sviluppare malattie. "Dopo la pandemia, abbiamo visto come le persone hanno cambiato le proprie abitudini. Il dover vivere chiusi in casa ha scatenato in ogni persona il bisogno di avere un contatto più diretto e costante con la natura. Un contatto che ritroviamo ora negli ambiti più disparati, dai viaggi al quotidiano di ognuno di noi, alle esigenze abitative e urbanistiche", ha dichiarato Rachele Silvestri della Commissione Ambiente della Camera.

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