"Basta Tfr all'Inps, bisogna finirla.
E' una vergogna, è solo una tassa implicita sulle piccole
imprese, che praticamente non possono utilizzare queste risorse
e che anzichè finanziare l'economia reale finiscono solo nella
spesa corrente dell'Inps". Così alla Stampa il presidente di
Itinerari Previdenziali Alberto Brambilla, autore della legge
quadro del 2005.
"La politica - aggiunge - ha sempre fatto la guerra alla
previdenza complementare a partire dal primo decreto adottato
nel 1993 e poi con gli interventi successivi. E' stata prima
introdotta una imposta preliminare del 15% su tutti i
versamenti, poi negli anni seguenti ci sono state le misure che
hanno peggiorato la situazione. Il risultato di tutto questo è
che ora abbiamo il rapporto tra patrimonio dei fondi pensione e
prodotto interno lordo che arriva a malapena al 10%, mentre la
media europea supera il 75% Insomma siamo ad un abisso".
L'ipotesi di un nuovo semestre di silenzio-assenso "è un
meccanismo che sostengo da sempre, per la verità l'ho inventato
io scrivendo la legge 252. Peccato che sia stato previsto una
solo volta, nel 2007, e neanche per sei mesi ma solo per
quattro. Però ha comunque prodotto buoni risultati visto che
abbiamo più che raddoppiato il numero degli iscritti ai fondi".
La scelta della previdenza integrativa è inevitabile? "Non
solo è inevitabile ma va rafforzata e sistemata. Perché i nostri
fondi pensione sono gli unici in Europa ad essere tassati
annualmente al 20% e non al momento del riscatto". Per
rafforzare la previdenza integrativa "certamente occorre
prevedere un nuovo semestre di silenzio-assenso, ma prima si
dovrebbe ripristinare il fondo di garanzia per le micro e
piccole imprese, e poi bisognerebbe modificare la tassazione,
perché i fondi pensione non sono certo investimenti speculativi
ed andrebbero trattati esattamente come i Pir 4.0".
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