"L'intervento del legislatore mi pare
ragionevole e condivisibile, soprattutto per le pensioni dei più
giovani". Lo ha detto il presidente dell'Inps Gabriele Fava,
parlando in un'intervista a La Stampa dell'introduzione nella
Manovra del semestre di silenzio-assenso per trasferire il Tfr
dei lavoratori ai fondi di previdenza complementare. L'Inps,
però, oggi riceve il Tfr di migliaia di lavoratori mentre ha
soppresso il suo fondo complementare FondInps nel 2020. Fava
auspica una riapertura: "Indubbiamente, è un tema importante ed
è ragionevole ipotizzarlo. Ma attendiamo le decisioni di governo
e Parlamento".
Guardando alle prestazioni dell'Inps "per quanto riguarda i
tempi medi di risposta, effettivamente, aumenta quella sanitaria
e i dati evidenziano un'ampia forbice: questo avviene
soprattutto dove l'attività di prima visita è svolta dalla Asl e
l'Inps interviene in seconda fase. Con la riforma della
disabilità, dal 1° gennaio 2026 tutto sarà affidato a Inps e
avremo tempi più celeri. Già nel 2025, sperimenteremo
l'accentramento in nove province italiane", assicura Fava.
Sul fronte della carenza di personale "abbiamo previsto nuove
assunzioni: ai bandi per i 1.069 posti di medici dipendenti Inps
abbiamo ricevuto 4 mila candidati. Ovviamente, partiremo
dall'organico delle sedi più lacunose".
In vista del 2025 "immagino che il governo stia lavorando a una
riforma per rispondere alle varie preoccupazioni e assicurare
pensioni ragionevoli a tutti. L'Inps ha una banca dati unica in
Europa: siamo pronti a fare la nostra parte".
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