Giovani dottori commercialisti
"pronti all'inevitabile", dovendo, cioè, scegliere se
l'intelligenza artificiale per la categoria sarà uno strumento
di cui essere "al servizio", oppure da "governare": è il tema
affrontato questa mattina dal presidente dell'Ungdcec (il
sindacato dei professionisti under45) Matteo De Lise, dal palco
del XVI forum che si è aperto stamani, a Pisa.
L'Intelligenza artificiale, ha sostenuto, "è presente ormai
in tutte le attività dei professionisti" ed "il rischio è
perdere posti di lavoro o, meglio, funzioni lavorative e,
quindi, vantaggio competitivo, mercato e produttività".
A giudizio della guida dell'Ungdcec, l'innovazione
tecnologica "ci aiuterà a decidere più velocemente, è vero, ma
deve essere uno strumento a supporto - e non in sostituzione -
delle attività dei commercialisti.
Le società di revisione e le
multinazionali stanno investendo milioni di euro, anche la
nostra categoria deve farlo per restare centrale nello scenario
economico", secondo De Lise.
Nel corso del dibattito della città toscana, il responsabile
scientifico dell'Osservatorio professioni del Politecnico di
Milano Claudio Rorato ha spiegato come "l''intelligenza
artificiale sia utile a sviluppare la cultura del dato", e ciò
farà sì che i professionisti possano essere più utili alle
aziende, ma se saranno pronti a dotarsi di "una cassetta degli
attrezzi fatta di competenze nuove".
Soltanto così, ha chiuso,
potranno "essere di vero supporto per l'imprenditore".
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