"L'intelligenza artificiale è un tema
cruciale all'ordine del giorno. Sono ancora poche le aziende che
hanno inserito l'utilizzo dell'intelligenza artificiale, che non
è altro che la tecnologia che avanza. Negli ultimi anni abbiamo
assistito a processi di digitalizzazione impetuosi con sempre
aggiornamenti e maggiori possibilità di utilizzo. Il rischio
dell'intelligenza arificiale è quello che ha sottolineato Papa
Francesco, un problema etico. Io dico che l'uomo basta che
conserrvi l'interruttore per spegnere". Lo ha dichiarato il
presidente di Unioncamere Andrea Prete intervenendo alla Camera
di Commercio di Bari alla presentazione del rapporto "La
competitività delle medie imprese del Mezzogiorno tra percezione
dei rischi e strategie di innovazione".
Durante l'incontro è stato precisato che nei prossimi tre
anni, il 41,3% delle medie imprese meridionali inizierà ad
utilizzare l'IA (contro il 37,5% del resto d'Italia), non solo
per migliorare le attività, ma anche per realizzarne di nuove e
più innovative.
"La vitalità del nostro Mezzogiorno - ha detto Gabriele
Barbaresco, direttore dell'Area Studi Mediobanca - è
testimoniata dal raddoppio, in 27 anni, del numero di medie
imprese che vi operano. Un dato che mette in luce il connubio
virtuoso tra una parte del nostro Paese che vuole realizzare il
proprio riscatto economico e quella forma di imprenditoria che
ha già contribuito alla fortuna del resto d'Italia"
Per la presidente della Camera di Commercio di Bari, Luciana
Di Bisceglie, "il dinamismo delle medie imprese mostra, in
estrema sintesi, che è finita l'epoca di 'piccolo è bello' e
quella di oggi è probabilmente l'epoca di 'cresci o esci'.
Soprattutto per le medie imprese non ci sono ricette univoche ma
certamente non si può, né si potrà, prescindere da un ruolo
centrale delle medie imprese (quasi sempre piccole diventate
grandi), affrontando con chiarezza e con un impegno forte delle
istituzioni le sfide del mismatch occupazionale con adeguati
investimenti, innovazione e capacità di fare sistema".
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