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Lapideo: contrazione numero imprese Massa Carrara, bene export

Lapideo: contrazione numero imprese Massa Carrara, bene export

Osservatorio marmo: '1.000 ditte, 4.00 addetti, utili elevati'

CARRARA (MASSA CARRARA), 06 dicembre 2024, 18:22

Redazione ANSA

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La filiera lapidea di Massa Carrara conta circa mille imprese che occupano oltre quattromila addetti che esportano in tutto il mondo prodotti grezzi e lavorati per 562 milioni di euro di controvalore. Si tratta di imprese solide, propense ad investire con una redditività netta doppia rispetto agli altri settori della provincia. Questo il quadro del primo rapporto dell'Osservatorio del marmo - promosso grazie a un accordo tra Comune di Carrara, Camera di commercio della Toscana Nord-Ovest, Consorzio Zona Industriale Apuana -, secondo i dati presentati oggi a Carrara (Massa Carrara). Emerso anche che dal 2021 c'è stata una contrazione della base imprenditoriale e un calo di addetti.
    Ancora, si registrano andamenti positivi per l'export mentre "crescita, solidità, investimenti e utili elevati" caratterizzano i bilanci delle società.
    In particolare, si spiega in una nota, a fine 2021, secondo i dati Istat, la filiera conta circa 1.000 unità, di cui quasi il 70% a Carrara (662), la maggior parte delle restanti a Massa (289). Il tessuto imprenditoriale complessivo ha però subito un calo: dal 2010 si sono perse 83 aziende, 124 dal 2015. La crescente terziarizzazione ha conferito alle imprese del commercio all'ingrosso di materiali lapidei un ruolo sempre più rilevante: sono 560. Seguono le attività di lavorazione (249), di estrazione (120), infine quelle legate alle tecnologie e agli abrasivi (73). Gli addetti sono scesi, a fine 2021, a 4.051, meno 415 unità rispetto al 2015 e 674 nel raffronto con il 2010.
    Tra i lavoratori, gli operai si confermano la componente più rilevante, incidendo per il 64% sul totale dei dipendenti. La fascia di età più numerosa è quella degli over 50 (48% del totale), le donne sono quasi 500, con una forte presenza nel commercio e nella lavorazione. Ancora, a fine 2023 la provincia apuana si conferma leader del comprensorio apuo-versiliese nell'export, "rappresentando, secondo i dati Istat, l'85% delle esportazioni del comprensorio" che comprende anche Lucca e La Spezia. Le vendite all'estero di marmo in blocchi e lastre hanno raggiunto 189 milioni di euro, in calo rispetto al picco di 200 milioni del 2022, ma in crescita del 23% rispetto al 2013. La Cina, con quasi 100 milioni di euro, rimane il principale mercato. Per il marmo lavorato, le vendite hanno totalizzato 373 milioni di euro nel 2023, in calo rispetto ai 415 milioni dell'anno precedente ma con una variazione positiva del 13% rispetto al 2013. Con 150 milioni di euro, gli Stati Uniti si confermano il principale mercato di sbocco. Nel 2022 il fatturato medio delle imprese, dati Infocamere-Anbi, ha segnato un + 14% rispetto al 2019, con un giro d'affari di 3,2 milioni di euro per azienda. Il ritmo di crescita si è tuttavia mantenuto inferiore rispetto alla media provinciale. A trainare soprattutto il commercio all'ingrosso (+18% tra il 2019 ed il 2022) e la lavorazione (+13%), grazie alle esportazioni. Il comparto delle tecnologie e degli abrasivi ha registrato un +10% mentre i ricavi dell'estrazione si sono fermati a un +8%, penalizzati dal contingentamento delle attività di escavazione, protrattosi anche nel 2023. La dimensione aziendale rappresenta una variabile chiave nelle dinamiche di crescita del giro d'affari: il fatturato delle medie e grandi imprese (con un valore della produzione superiore a 10 milioni) è cresciuto del 25% tra il 2019 e il 2022 contro il +10% delle piccole, mentre le micro imprese (fino a 2 milioni di euro) hanno subito un calo del 7%. "Nonostante l'impatto della pressione fiscale, che ha eroso il 30% del risultato ante imposte, il settore ha mantenuto margini di redditività elevati: nel 2022, il 9% dei ricavi si è tradotto in utile netto".
   

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