Dopo la disastrosa annata del 2023
(produzione bassa, qualità non buona, costo di produzione alle
stelle a causa dei maxi-aumenti dell'energia), il 2024 porta
buone notizie sul grano prodotto in Umbria.
"La produzione di grano in Umbria è su standard elevati, sui
cinquanta quintali ad ettaro - afferma Bruno Diano, presidente
della Borsa Merci della Camera di commercio dell'Umbria, che
quota le merci riguardanti la provincia di Perugia - ma
soprattutto è ottima la qualità, tanto che quasi tutta la
produzione umbra quest'anno è sui livelli massimi di qualità. I
prezzi pagati ai produttori umbri - continua Diano, in una nota
della Camera di commercio - per il grano duro si aggirano sui
28-29 euro al quintale per il prodotto di massima qualità, che,
come detto, riguarda quasi tutta la produzione umbra, contro i
circa 18,5-22,5 euro pagati lo scorso anno. L'incremento del
prezzo a favore degli agricoltori è quindi di circa il 28%.
Certo, lo si può ritenere ancora basso, ma grazie alla maggiore
quantità prodotta il costo di produzione viene superato,
realizzando un guadagno. Cosa che non avvenne lo scorso anno".
"La Borsa Merci della Camera di commercio dell'Umbria -
spiega Diano - quota il prezzo del grano pagato al produttore.
Molte altre Borse Merci, ad esempio quella di Bologna, quotano
invece i prezzi relativi alla fase di scambio successiva,
quella, per capirci, dei grossisti, ossia il prezzo che si forma
nella trattativa tra commercianti e molino, o tra commercianti e
cooperativa, o tra commercianti e consorzio e così via. Questo
spiega perché il grano quotato nella Borsa Merci della Camera
dell'Umbria, che - come detto - fa riferimento al prezzo pagato
al produttore, sia inferiore in media di 3-4 euro del prezzo
indicato in altre Borse, tra cui quella di Bologna. Questo per
il grano duro, che peraltro a Bologna non è di fatto prodotto,
ma viene lavorato quella proveniente dalla Maremma, con costi di
trasporto non marginali (per il grano tenero, invece, il divario
è di 1,5 euro). Riferendosi, i prezzi indicati dalla Borsa Merci
di Perugia e da quella di Bologna, a due fasi di scambio
diverso, è ovvio che siano diversi: in quella di Bologna entrano
costi come il trasporto, il guadagno del molino o consorzio
venditore e altri costi legati a questa fase successiva di
scambio. La Borsa Merci della Camera di Commercio dell'Umbria è
nota per la sua grande affidabilità perché i suoi membri
rappresentano il meglio di quanto c'è in Umbria per ogni
segmento, dai rappresentanti dei coltivatori a quelli di molini,
consorzi, cooperative, agli esperti".
Quanto ai conti complessivi, grazie alla riduzione dei costi
energetici, che un anno fa erano ai massimi, quest'anno il costo
complessivo di produzione del grano è di circa mille euro ad
ettaro, contro i circa 1.500 euro dello scorso anno. Il
coltivatore, quindi, con una produzione media di 50 quintali ad
ettaro e un prezzo di 28-29 euro a quintale, incassa circa 1.450
euro, con un guadagno di oltre 400 euro ad ettaro rispetto ai
costi di produzione. A questo si deve aggiungere poi la Pac,
ossia l'integrazione europea al prezzo, e le risorse derivanti
dalle misure agroambientali della Regione, che insieme valgono
600-700 euro ad ettaro. In sostanza, conclude Diano, "se lo
scorso anno il costo di produzione del grano non veniva coperto
dalla vendita delle merce, data la scarsa produzione
quantitativa e la scarsa qualità, quindi prezzi particolarmente
bassi, quest'anno - per fortuna - la musica è cambiata".
Nel Centro l'incremento maggiore della produzione di grano
rispetto al 2023. Il Nord tiene a stento, la siccità penalizza
il Mezzogiorno, in particolare la Sicilia È il Centro,
quest'anno, a marcare la crescita maggiore di produzione di
grano rispetto al 2023. Qui, infatti, la produzione è stata di
50 quintali ad ettaro, mentre al Nord - vittima sia di siccità
che di eventi straordinari di pioggia - la produzione ha tenuto
un po' a stento, anche se complessivamente la stagione è stata
salvata. Male invece il Mezzogiorno, dove la siccità ha colpito
duro e la produzione si è fermata a 25-30 quintali ad ettaro,
con la crisi che ha colpito soprattutto la Sicilia.
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