Il rinvio al 31 marzo dell'obbligo
assicurativo per le imprese contro eventi catastrofali, "non
poteva che essere così visto che ancora oggi mancano i decreti
attuativi necessari per definire parametri, criteri di copertura
e incentivi fiscali. Senza queste informazioni, non ci sono le
condizioni minime di trasparenza affinché le imprese possano
orientarsi consapevolmente nella scelta della polizza più
appropriata alle proprie necessità". Così Giacomo Cioni,
presidente di Cna Firenze metropolitana.
Per Cna, si sottolinea in una nota, una soluzione per far
fronte ai danni causati da eventi climatici estremi deve
necessariamente essere individuata, ma se, come in questo caso,
attiva sinergie pubblico-private, deve essere accompagnata
dall'adozione di ogni misura necessaria a prevenire e contenere
gli effetti dannosi, a partire dagli investimenti
infrastrutturali e dalla manutenzione ordinaria e straordinaria
del territorio. "La localizzazione di un'impresa non è mai una
scelta completamente libera - aggiunge Cioni -. Gli imprenditori
sono vincolati da motivi come l'opportunità economica e di
mercato, la presenza di infrastrutture e, soprattutto, la
programmazione pubblica, visto che sono i Comuni ad individuare
le aree dove è possibile svolgere attività economica. Tutto
questo deve pesare quando si adottano provvedimenti come quello
in esame. Piuttosto che nella copertura assicurativa
obbligatoria la soluzione avrebbe potuto essere individuata in
un sistema premiale sostenuto da una campagna di
sensibilizzazione e di formazione rivolta alle imprese oppure
nella fiscalità generale. Per esempio destinando l'1x100 alle
calamità naturali, oppure istituendo un fondo di garanzia come
durante la pandemia". Il rischio concreto per Cna è quello di
spopolare di attività imprenditoriali i territori più difficili,
dove le polizze costeranno di più, e di concentrare le imprese
in aree, magari vicinissime, ma più in sicurezza, in cui i costi
assicurativi saranno minori.
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