"Abbiamo appreso dalla stampa della presunta volontà di trasferire il Centro presso altre strutture, abbandonando l'insediamento di Vigorso.
Tale opzione per noi non è contemplabile, se non per il tempo strettamente necessario a mettere in sicurezza il sito".
Lo scrivono in una
nota la Fiom Cgil e la Fp Cgil di Bologna, esprimendo "estrema
preoccupazione" per il futuro del centro protesi Inail di
Vigorso a Budrio (Bologna), allagato per la terza volta in un
anno e mezzo a causa dell'ultima alluvione. Per quel centro sono
passati e passano anche numerosi atleti paralimpici di primo
piano: tra i nomi più celebri, tra passato e presente, ci sono
Alex Zanardi, Bebe Vio, Martina Caironi, Manu Maxcel Amo.
"A Vigorso ci sono almeno 200 lavoratori tra metalmeccanici e
sanitari - spiega Stefano Biosa, della Fiom Cgil - I
metalmeccanici costruiscono le protesi per gli amputati, poi ci
sono i medici, gli infermieri, i fisioterapisti. Il centro
doveva ripartire lunedì 21, poi è successo quello che è
successo. I lavoratori si dividono tra smartworking e chi accede
agli spazi utilizzabili, ma la funzionalità del centro è
ridotta".
La terza alluvione si inserisce in un periodo di tensioni:
"Eravamo già in mobilitazione sindacale: manca il piano
industriale e questa è l'unica struttura pubblica nel suo
genere. Se muore quella si va sul mercato. E trasferire il
centro significa fare lo spezzatino, separare ricerca,
produzione, degenza e riabilitazione", sottolinea Biosa. Che poi
chiama in causa anche le istituzioni: "Abbiamo attivato un
tavolo di crisi l'anno scorso e la struttura commissariale ci
aveva promesso un argine, ma non si è fatto".
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