Le imprese coesive ottengono risultati migliori rispetto alle imprese che non lo sono sia per il fatturato che per l'occupazione e l'export.
E' quanto risulta
da un'indagine promossa da Fondazione Symbola, Intesa Sanpaolo e
Unioncamere presentato oggi durante l'evento "Coesione è
competizione".
Nel 2023 le imprese coesive rappresentano il 43% delle pmi
manifatturiere, in crescita di 11 punti perentuali rispetto al
2018 ; questo tipo di aziende inoltre fa più eco-investimenti
(il 67% contro il 43% delle non coesive).
Le imprese coesive
inoltre danno prova di una maggiore apertura verso ciò che è
nuovo: la quota delle imprese coesive utilizzatrici di strumenti
di Ia è pari all'8%, quella delle non coesive si ferma al 4%
Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna sono le prime per
concentrazione di imprese coesive.
"L'incrocio tra imprese, comunità, territori, innovazione e
bellezza è fondamentale per la nostra economia e per il made in
italy", spiega Ermete Realacci presidente di Symbola.
"L'Italia può essere protagonista della sostenibilità se si
sente parte di una sfida comune come le imprese raccontate in
questo rapporto. perché, come afferma il manifesto di Assisi,
'affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo
necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la
nostra economia e la nostra società più a misura d'uomo e per
questo più capaci di futuro'".
"La coesione fra aziende accresce la loro capacità operativa
tramite i benefici della collaborazione, le rende più
competitive, con un conseguente impatto positivo sulla
competitività dell'intero paese. una competizione costruttiva
che punta alla crescita, alla valorizzazione delle persone, con
visione, coraggio e attenzione alla comunità come ben sintetizza
il sottotitolo dell'edizione di quest'anno", afferma Gian Maria
Gros-Pietro presidente di Intesa Sanpaolo.
"Le imprese coesive fatturano, assumono ed esportano di più. e
per il 2024 hanno previsioni più positive: il 34% prevede
aumenti di fatturato (contro il 25% delle altre imprese); il 25%
ha in programma nuove assunzioni (contro il 16%); il 27% si
attende un aumento dell'export (contro il 21%). tra l'altro, i
due terzi delle imprese coesive puntano con decisione sul made
in italy (contro il 48% delle altre), scommettendo su qualità
dei prodotti, legami con il territorio e valorizzazione del
brand", dice Giuseppe Tripoli segretario generale di
Unioncamere.
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