"Auspichiamo che con l'amministrazione straordinaria per l'ex Ilva e la nomina del commissario si possa rilanciare lo stabilimento di Taranto e quelli piemontesi, garantendo il pagamento dei crediti alle aziende dell'indotto e salvaguardando l'occupazione".
Lo
sottolinea Giorgio Felici, presidente di Confartigianato
Piemonte.
"Soprattutto chiediamo che vengano adottate tutte le misure
utili - spiega - per evitare l'effetto domino sulle imprese del
nostro territorio che lavorano nell'indotto.
In Piemonte la
subfornitura è una realtà diffusa su tutto il territorio e
consolidata nel tempo, grazie ad esperienze imprenditoriali di
lunga durata che garantiscono qualità ed esperienza. Tra queste
attività produttive rientrano anche le forniture alla grande
industria, tra cui l'ex Ilva di Taranto, che in Piemonte
coinvolge 3mila lavoratori tra quelli diretti e quelli
dell'indotto. È quindi ben comprensibile come sia alta
l'attenzione e la preoccupazione di Confartigianato Piemonte per
il futuro dell'ex Ilva che incide sulla sopravvivenza delle
imprese artigiane piemontesi della subfornitura e dell'indotto.
La vicenda dell'ex Ilva è lì a dimostrare cosa succede quando si
vendono asset strategici come la siderurgia a imprese straniere
come il gruppo ArcelorMittal, veri e propri corsari
dell'economia globale del tutto disinteressati ai territori in
cui sbarcano. Ma è anche la prova dell'incapacità della politica
come della magistratura di trovare un punto di equilibrio tra le
esigenze produttive e occupazionali e quelle ambientali e
sanitarie. È giunto il tempo di voltare pagina e cominciare a
scrivere per l'ex Ilva una nuova storia che non penalizzi i
lavoratori e le imprese dell'indotto".
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