Il mercato dei Pir ordinari e
alternativi vale circa 19 miliardi di euro. Lo rilevano i dati
dell'osservatorio Pir curato dall'ufficio studi di Assogestioni
aggiornati a fine giugno. I dati mostrano che l'incidenza degli
investimenti dei Pir ordinari sul flottante degli indici di
Borsa si attesta all'8% per l'Euronext Growth Milan (Egm) e le
small-cap e al 9% per le mid-cap, contro l'1,3% del Ftse Mib. Le
aziende target di questi strumenti sono le più piccole, infatti
il 46% degli investimenti effettuati sull'Egm riguarda società
con un fatturato fino a 50 milioni e il 54% ha meno di 250
dipendenti. Inoltre, oltre un terzo delle aziende dell'Egm su
cui investono i Pir ordinari appartiene al comparto industriale.
Un orientamento simile anche per i Pir alternativi, mercato che
a oggi vale 1,5 miliardi di euro di attivi. La composizione del
portafoglio attualmente investito, evidenziano ancora i dati di
Assogestioni, risulta molto favorevole verso le aziende non
quotate, che pesano per l'84% del totale. L'8% è diretto
all'Egm, il 5% in small-cap e il 2% in mid-cap. "I Pir ordinari
hanno supportato in particolare la crescita dell'Egm, come
dimostra il dato dell'incidenza del flottante, pari a circa 230
milioni di euro di investimenti", commenta Riccardo Morassut,
senior research analyst dell'ufficio studi di Assogestioni.
aggiungendo: "Dalla nascita di questi strumenti nel 2017, il
numero delle società quotate nell'allora Aim ora Egm è più che
raddoppiato, passando da circa 90 società a 193, a dimostrazione
di come i Pir abbiano reso più liquido e spesso questo segmento
di Borsa Italiana".
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