(di Gabriele Santoro) La prefettura di Latina "ha predisposto l'annullamento" dell'affidamento dei "Centri di accoglienza straordinaria (Cas) alla Aid e alla Karibu", il Consorzio e la Cooperativa che fanno riferimento a alcuni familiari del deputato Aboubakar Soumahoro, "e contestualmente ha affidato ad altri soggetti la gestione dei Centri".
A diffondere la notizia, in serata, è stata la Uiltucs di Latina sottolineando che "l'intervento interessa solo l'appalto gestito dalla Prefettura.
Sono 13 i centri sul territorio cessati e
riaffidati dall'Ufficio Territoriale del Governo". E' un nuovo
colpo alle due coop, dopo la liquidazione coatta per la Karibu
per troppi debiti e lo scioglimento per Aid per "irregolarità
non sanabili" annunciati due giorni fa dal ministro delle
Imprese Adolfo Urso.
E si vanno sempre più delineando le posizioni dei
protagonisti della vicenda. Liliane Murekatete, la moglie del
deputato Aboubakar Soumahoro, non si è "arricchita con la
cooperativa", né ha avuto "agevolazioni rispetto ad altri
dipendenti". Ma anzi, "non ha preso lo stipendio per mesi".
Parola del suo avvocato, Lorenzo Borrè, che è sceso in campo
oggi "per difendere la reputazione della signora dagli attacchi
diffamatori mossi da alcuni settori della stampa".
Murekatete non è indagata dalla procura di Latina, che sta
per chiudere il cerchio sul caso delle coop Karibu e Consorzio
Aid: unica iscritta al momento è sua madre, Marie Terese
Mukamitsindo (dunque suocera del parlamentare ex sindacalista
dei braccianti) per truffa aggravata, false fatturazioni e
malversazioni di erogazioni pubbliche. La figlia in passato ha
rivestito incarichi societari ma, spiega ancora l'avvocato, "non
mi risulta che la signora Murekatete sia stata convocata dai
magistrati". La donna nel frattempo però è diventata nota
all'opinione pubblica anche per le foto pubblicate sui social in
cui indossa abiti e accessori firmati. Lo stesso Soumahoro, che
nel frattempo si è autosospeso dall'Alleanza Verdi Sinistra, si
è trovato a 'difendere' la moglie in tv proprio mentre si
diffondevano le notizie sui mancati pagamenti degli stipendi ai
dipendenti delle coop: "Quelle immagini? Non mi hanno creato
imbarazzo - aveva risposto la scorsa settimana - Il diritto
all'eleganza e alla moda è libertà. Poi quelle immagini vanno
datate. Mia moglie ha la sua vita. Non lavora più nelle coop".
E che si sia "dimessa da diverso tempo" lo ha confermato oggi
anche l'avvocato Borrè. Che però a sua volta potrebbe aprire un
altro fronte, stavolta personale. Il legale nella sua carriera -
per le cronache politiche, per esempio, è l'avvocato che ha
presentato i ricorsi per gli espulsi dal Movimento Cinquestelle
- ha difeso anche Erich Priebke, l'ufficiale nazista delle Fosse
Ardeatine. Una circostanza che non è passata inosservata alla
giornalista Selvaggia Lucarelli: "Liliane Murekatete, moglie di
Soumahoro - ha twittato - si è affidata a Lorenzo Borrè, ex
avvocato di Priebke. Qualcuno dovrebbe spiegarle che anche tra
gli avvocati griffati c'era qualcosa di meglio, a livello di
comunicazione". "Non credo che la signora mi abbia scelto per
questo motivo - il commento di Borrè con l'ANSA - E' una
questione che non ha rilevanza professionale. E' stata la
signora a contattarmi, qualcuno le avrà parlato bene della mia
professionalità. Mi sembra riduttivo definirmi solo 'l'avvocato
di Priebke'. Sto valutando una querela, come se ci fosse una
mancanza di decoro professionale, delle riserve su una persona
perché ha difeso Priebke. Non vedo perché possa essere un
giudizio di valore sulla professionalità o sull'opportunità".
Intanto però il clamore sul caso cooperative non si ferma,
e anche il mondo politico non resta con le mani in mano: il
capogruppo della Lega in Regione Lazio Angelo Tripodi avrebbe
ricostruito un collegamento tra il mondo delle coop della
famiglia di Soumahoro e il cosiddetto 'Modello Riace' di Mimmo
Lucano, che fu tra i primi a schierarsi senza riserve dalla
parte del deputato di origine ivoriana. Tripodi parla già di
"sistema Latina". A quanto scrive 'Repubblica' il presidente
della Coop Promidea Carmine Federico, "indagato dalla Corte dei
Conti della Calabria insieme a Lucano e ad altri, è stato
impegnato anche nel Consorzio Aid" che "ha avuto sede legale dal
2009 al 2014 a Rende (Cosenza), allo stesso indirizzo della
Promidea. Il 31 dicembre 2009, quando il Consorzio ha approvato
il bilancio, su quel documento c'è la firma di Mukamitsindo,
suocera di Soumahoro, e dello stesso Federico, nella veste di
segretario".
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