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Responsabilità editoriale di Advisor
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Secondo Nuveen EQuilibrium Institutional Investor Survey 2024, gli investitori istituzionali stanno aumentando l’allocazione ai terreni boschivi o effettuando la loro prima allocazione a tale asset class a un tasso sempre crescente.
Questo perché un numero sempre più ampio di investitori istituzionali è alla ricerca non solo di risultati finanziari ma anche di benefici sotto forma di impatto positivo ambientale e/o sociale derivante dalle allocazioni ai terreni boschivi.
“Per alcuni investitori, la decarbonizzazione dei portafogli è inoltre un vantaggio sempre più importante che può derivare anche da un’allocazione ai terreni boschivi. In ogni caso, i vantaggi che i terreni boschivi possono apportare a un portafoglio dipendono principalmente dall’entità dell’allocazione e dalla selezione degli investimenti, decisioni queste che possono essere assunte solo con una chiara comprensione dell’universo investibile” sottolinea Gwen Busby, responsabile della ricerca, Nuveen Natural Capital. Tra i principali benefici si ricorda: la trascurabile correlazione coi mercati dei capitali, la capacità di fornire una copertura dagli effetti dell’’inflazione e una rendita costante.
La decisione di investire nei terreni boschivi e la configurazione dei portafogli dipendono da molti fattori, ma forse quello più importante è la comprensione dell’universo investibile che è molto ampio e dal quale si determina sia l’insieme delle possibili strategie d’investimento che le dimensioni dell’investimento stesso.
Le stime dell’universo investibile nei terreni boschivi variano notevolmente e gli standard per definire gli asset “istituzionali” non vengono generalmente dichiarati o sono poco chiari. Complessivamente, secondo l’esperta di Nuveen si può stimare che i capitali istituzionali pubblici e privati attualmente investiti in terreni boschivi ammontino ad almeno 132 miliardi di USD livello globale.
“Un’indagine settoriale di lungo corso tra gli oltre 20 principali gestori di investimenti in terreni boschivi a livello globale ha riportato un valore di mercato di circa 57 miliardi di USD nel 2023” precisa Busby ma alcuni investitori istituzionali hanno anche un’esposizione diretta verso l’asset class che quindi non sono considerati. Se si tiene conto di questi fattori, l’universo investibile potrebbe aumentare, passando da circa 57 miliardi di USD a 84 miliardi di USD.
Partendo da questo valore di mercato, si può analizzare come nell’ultimo decennio, l’universo degli investitori si è ampliato. “Confrontando i risultati delle indagini settoriali da dicembre 2014 a dicembre 2023, si registra un incremento di quasi il 20% del valore di mercato in tutto il mondo (TimberLink). Tale aumento è stato sostenuto da un incremento degli investitori domiciliati al di fuori degli Stati Uniti, che ora rappresentano più della metà del valore complessivo di mercato” interviene l’esperta di Nuveen.
Attualmente però, le aree geografiche caratterizzate da foreste in via di sviluppo nei Paesi emergenti non costituiscono una parte rilevante dell’universo investibile ma offrono opportunità di espansione
Ma come potrebbe ulteriormente espandersi questo mercato? Secondo l’esperta di Nuveen saranno la produzione di legno e la domanda di soluzioni climatiche naturali a guidare l’espansione futura.
La FAO stima un incremento fino al 45% dei consumi di prodotti primari in legno lavorato tra il 2020 e il 2050, il che richiederà 2,5-2,9 miliardi di m3 di produzione supplementare di legno grezzo industriale (FAO 2022). Altri ipotizzano un aumento del 200% della domanda di prodotti in legno (ADD REF).
“Gli squilibri della domanda e dell’offerta di legname a seconda del Paese hanno storicamente determinato significativi flussi commerciali di prodotti primari in legno e si prevede che questa tendenza proseguirà. Ad esempio, a causa delle significative carenze di legname della Cina, consistenti volumi di prodotti in legno confluiscono nel Paese da produttori competitivi a livello globale. Gli USA e l’Europa si distinguono come due delle maggiori regioni in termini di produzione e consumo” ricorda Busby.
Oltre alla crescente domanda di prodotti in legno, la domanda di soluzioni climatiche naturali (“NCS”) - che mitigano i cambiamenti climatici tramite azioni che proteggono, gestiscono meglio e ripristinano le foreste per ridurre le emissioni di gas serra e immagazzinare l’anidride carbonica - è un altro fattore di crescita dell’universo investibile.
“Collettivamente, non possiamo soddisfare le esigenze di una popolazione in crescita e affrontare i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità senza investimenti istituzionali in terreni boschivi. Ciò significa che sono presenti opportunità di espansione in tutto l’universo investibile, ma la relativa portata e dimensioni dipenderanno dal quadro d’investimento a livello nazionale e dallo sviluppo del settore forestale” spiega Busby
In conclusione, l’evoluzione dell’investimento in forestazione, da produzione incentrata sulle commodity, a silvicoltura sostenibile certificata fino a una gestione più olistica del capitale naturale, riflette i sottostanti cambiamenti nell’universo investibile.
“L’universo investibile dei terreni boschivi a livello istituzionale sta cambiando. Grazie alla comprensione dell’universo investibile e delle opportunità di espansione, gli investitori sono ben posizionati per valutare l’insieme delle possibili strategie d’investimento e considerare la portata degli investimenti nell’ottica di conseguire i propri obiettivi” conclude l’esperta di Nuveen.
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