"I bitcoin e le altre criptovalute
sono strumenti altamente speculativi, sotto non c'è nulla, non
c'è un debitore". Lo afferma il commissario Consob Federico
Cornelli chiarendo che "se mai un giorno dovesse scoppiare la
bolla, nessuno venga a chiedere risarcimenti alle Autorità o ai
governi". Cornelli ha aperto nella sede Consob di Roma l'evento
'Le scelte degli investitori italiani tra consulenza e
sostenibilità'.
L'evento - spiega la Consob - è stato l'occasione di un
confronto tra addetti ai lavori su 2 studi che aveva pubblicato
nei mesi scorsi: il 'Rapporto sulle scelte di investimento delle
famiglie italiane' e il 'Rapporto sulla relazione
consulente-cliente'.
Tra il 2022 e il 2023, secondo quanto si legge nel primo
rapporto, è salita dall'8 al 18% la percentuale di italiani
intervistati che dichiara di avere criptovalute in portafoglio,
anche se la scelta "non è sempre associata ad un'effettiva
conoscenza delle caratteristiche e dei rischi connessi con
questo tipo di asset digitale".
Dallo studio emerge inoltre che ormai i social hanno superato
la carta stampata, dato che il 36% degli intervistati si informa
sui primi e il 34% sceglie di farlo sui giornali. Ad informarsi
sui social sono in particolare "i giovani, le donne, le persone
a più basso grado di alfabetizzazione finanziaria e con minori
disponibilità".
La Consob, come anche altre Autorità nazionali e
internazionali, ha più volte messo in guardia contro le
"insidie" connesse con l'acquisto di criptovalute, che può
comportare anche la perdita dell'intero capitale impegnato.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA