JEANINE CUMMINS - IL SALE DELLA TERRA (FELTRINELLI, Euro 18, PP.
416). La lotta per la sopravvivenza, la bestialità dell'odio, la potenza dell'amore.
Il romanzo si apre con i narcos che uccidono ad Acapulco 16 membri della famiglia di Lydia durante una quinceañera (festa di 15 anni molto importante in America Latina), e ora vogliono finire il lavoro. Con gli spari ancora nelle orecchie, Lydia e il figlio di 8 anni riescono a salvarsi nascondendosi in bagno. Per madre e figlio rimanere in Messico equivale a morte certa, ma per non farsi rintracciare dal boss che ha ordinato il massacro bisogna evitare le strade più battute e i normali mezzi di trasporto.
Così, a madre e figlio non resta altro da fare che prendere la via dei migranti.
Gli ingredienti del best seller ci sono tutti. Annunciato come uno dei romanzi più attesi dell'anno, Il sale della terra (Feltrinelli, traduzione di Francesca Pe') conduce il lettore lungo la rotta dei migranti che dal Messico e dal Centro America si spingono a nord. Lungo i binari di "La Bestia", il treno merci che ogni anno conduce, aggrappate al suo tetto, quasi mezzo milione di persone fino al confine con gli Stati Uniti.
Nei rifugi tenuti in piedi dalla carità eroica dei volontari, fra poliziotti corrotti, narcos violenti, compagni di strada imprevedibili. Non per caso nove case editrici si erano disputate il libro e il vincitore, Flatiron Books, se l'era aggiudicato per un compenso a sette cifre. Il sale della terra prometteva di sbancare le classifiche e così è stato. Nessuno aveva però messo in preventivo il polverone di critiche che l'ha accolto. Tanto meno che l'editore finisse per sospendere il tour promozionale causa "specifiche" minacce di violenza fisica all'autrice e ai librai.
Le accuse mosse alla scrittrice sono state in parte: appropriazione culturale, sensazionalismo, abuso di luoghi comuni, spettacolarizzazione del dolore. Jeanine Cummins, che fino a pochi anni fa si dichiarava bianca, scrive dal punto dal punto di vista di una donna messicana traumatizzata. Ma tanti anche i pareri favorevoli e forse troppe alte le aspettative di conseguenza: Don Winslow chiama in causa John Steinbeck parlandone come del "Furore del nostro tempo"; John Grisham garantisce di non aver letto da tempo un libro con tanto gusto.
Stephen King entusiasta.
Ophrah Winfrey lo sceglie per il suo book club: "Chiunque legga questo libro si immergerà nell'esperienza di ciò che significa essere un migrante in fuga". Ma non è bastato a placare gli animi, anche se a leggerlo sono stati davvero in tanti.
Nella postfazione al romanzo, Cummins aveva tentato di prevenire le polemiche. "Da non migrante e non messicana credevo di non avere il diritto di scrivere un libro ambientato quasi interamente in Messico, tra i migranti. Avrei voluto che lo scrivesse qualcuno con la carnagione un po' più scura della mia.
Ma poi ho pensato: Se sei una persona capace di diventare un ponte, perché non farlo?". Oltre all'autrice sono stati criticati anche la stessa Flatiron Books e il sistema editoriale americano in genere, con la casa editrice accusata di aver sborsato più di un milione di dollari come anticipo all'autrice, regalando alla Cummins un prestigio solitamente mai concesso ad autori centro-americani. Il romanzo, uscito negli Stati Uniti il 23 gennaio 2020, ha però inizialmente conquistato i lettori.
Basti pensare che, a soli cinque giorni dall'uscita, Il sale della terra aveva già venduto oltre 50 mila copie. Occorre aspettare se conquisterà i lettori italiani.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA