Giacomo Puccini, come genio e sregolatezza. Quel misto di "fantasia e intuizione" che rese celebri altri "toscanacci" come lui, i cinque protagonisti delle "zingarate" di Amici miei. C'è anche questo aspetto, meno aulico, a volte prosaico, del grande compositore che Beatrice Venezi vuole portare al grande pubblico della tv in una serata di festa e di svago come quella di Capodanno.
La scommessa di chiama Viva Puccini, l'evento in prima e seconda serata di Rai3 mercoledì 1 gennaio, con la co-conduzione di Bianca Guaccero e tantissimi ospiti, tra cui Gianmarco Tognazzi, Enrico Stinchelli, Malika Ayane, Frida Bollani, La compagnia di ballo del Teatro Sistina, Maurizio Solieri, Filippo Graziani, Giordano Bruno Guerri, Paolo Bolpagni e Leonardo Fiaschi.
"E una scommessa perché è un modo di presentare un grande compositore a un grande pubblico, in una formula nuova che credo sarebbe piaciuta molto a quel 'toscanaccio' che era. Voglio raccontare Puccini come uomo e da lì raccontare le sue opere.
Vorrei portare alla luce i tratti dell'uomo che è artista ma non per questo alto e irraggiungibile. Vorrei invece umanizzare il personaggio e ridurre la distanza con un genere che purtroppo è poco coltivato anche nella patria del belcanto" spiega all'ANSA la direttrice d'orchestra che condurrà Viva Puccini e che sul mitico compositore toscano e suo concittadino, a cent'anni dalla sua morte, ha da poco scritto anche un libro: "Puccini contro tutti".
Davvero la lirica può tornare ad essere quel genere pop che interessa il grande pubblico e i giovani? "Mi rendo conto che leggendo il titolo della trasmissione si può essere fuorviati: si aspetta l'ennesimo concerto di stampo classico. Non sarà affatto questo! Avremo tanti ospiti e ascolteremo tanti generi dal pop al rock, fino al jazz e Tognazzi leggerà le sue lettere: sarà un omaggio al musicista a 360 gradi. Che partirà da un tema che è una costante della musica di tutti i tempi: l'amore, in tutte le sue sfaccettature.
E' ciò di cui parla Puccini".
I diversi aspetti dell'amore ma anche i diversi animi umani, soprattutto quelli femminili, che spesso però sono tragici.
"Puccini ha raccontato le donne, la loro psicologia. Oggi capita di sentir parlare di lui come di un misogino ma in realtà i ruoli che Puccini dava alle sue protagoniste servivano a renderle personaggi immortali, a farle entrare nell'immaginario di tutti noi mettendole su un piedistallo. Ma lui come uomo non era fatto tragico: era un viveur, gli piacevano le auto e le belle donne, era un uomo di grandi passioni e a cui piacevano le 'zingarate' con gli amici, era un anticonformista e si rivolgeva ai suoi amici con epiteti quasi irripetibili! E' questo lato inaspettato del grande genio che mi piace raccontare".
E come donna da quale delle eroine pucciniane è più attratta? "Personalmente quelle che mi colpiscono di più sono due: la "rondine" Magda e Minnie. Magda è una donna estremamente moderna: nel primo atto la conosciamo come una 'mantenuta' da un ricco banchiere. Una donna che poi abbandona gli agi della vita per rincorrere prima l'amore, l'idea dell'amore, e poi la libertà, come il titolo La Rondine suggerisce. L'altra eroina è Minnie, la Fanciulla del west, la donna che rovescia il cliché del principe azzurro".
Prima una tournée di successo in Asia poi la nomina di 'Direttore principale ospite' del Teatro Colón di Buenos Aires, la Scala del Sudamerica, Venezi è ambasciatrice della lirica nel mondo. E l' Italia? "Credo che il nostro paese sia vittima di una annosa divulgazione della musica classica cattedratica e respingente: spero che con una modalità di approccio differente si possa finalmente riallacciare quel rapporto con il pubblico che si è perso. Ma che si può ricucire. Dopo la mia nomina a Buenos Aires, i posti al teatro Colon sono sold out da mesi. Ma se è possibile avvicinare il pubblico in alcune parti del mondo perché mai non dovrebbe essere possibile in Italia? Questa trasmissione non è per addetti ai lavori. La musica deve essere resa interessante ed accessibile. A partire dalla scuola, dove bisognerebbe educare alla musica ripartendo dal canto e dal coro, che ha anche una funzione civica. Coltivare il canto in coro può offrire alcuni insegnamenti che mancano oggi nella società dell'individualismo sfrenato: l'importanza del contributo del singolo al raggiungimento di un obiettivo comune".
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