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Giovanni Veronesi su Sky Tg24, 'uso il cinema come psicanalisi'

Giovanni Veronesi su Sky Tg24, 'uso il cinema come psicanalisi'

Ospite di Stories: "Il Ciclone di Pieraccioni nato per caso"

ROMA, 29 dicembre 2024, 12:01

Redazione ANSA

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È Giovanni Veronesi il protagonista della nuova puntata di Stories, il ciclo di interviste ai principali interpreti dello spettacolo di Sky Tg24. Ospite del vicedirettore della testata Omar Schillaci, con la regia di Paolo Bonfadini, il regista e sceneggiatore si racconta in Giovanni Veronesi - Cinema, amore e fantasia, in onda lunedì 30 dicembre alle 21:00 su Sky Tg24, sabato 4 gennaio alle 12:30 su Sky Arte e sempre disponibile on demand. Dal 21 ottobre è in sala con il suo primo documentario, La Valanga Azzurra, che ripercorre la parabola vincente della nazionale italiana di sci alpino degli anni '70. Quella squadra "era quasi scambiata dagli spettatori per una squadra di calcio, dato che in quel team c'erano 10 atleti che erano capaci, se andavano bene quel giorno, di occupare le prime dieci posizioni in classifica". E lo fa attraverso lo sguardo appassionato di chi sugli sci ha passato tutta la sua giovinezza: "In realtà io sono uno sciatore fallito. Sono uno di quelli che ci ha provato ma, per sfortuna o perché comunque ero una pippa, non ce l'ho fatta. Diciamo che ero il più scarso tra i più forti".
    Spazio ai ricordi di infanzia, della scuola: "ero bravissimo a copiare", racconta. Poi la magia del cinema che utilizza come una terapia: "Ho usato il cinema come tanti usano lo psicanalista, con la differenza che chi va dallo psicanalista paga per dire le stesse cose che dico io essendo pagato".
    Tante le collaborazioni, anche con artisti internazionali, come una giovanissima Penelope Cruz, scelta per interpretare Maria in una delle sue prime pellicole, 'Per amore, solo per amore': "L'avevo vista in 'Jamón jamón', con Bardem, molto giovane, e c'era una scena di sesso su un flipper, dove Bardem la possedeva. Dopo che ho visto quella scena, così forte, così importante, ho visto anche la delicatezza con cui lei in qualche modo si faceva possedere da quest'uomo molto corpulento. Così ho pensato 'Se è stata così delicata in una scena così forte, chissà quanto sarebbe stata aggraziata nel ruolo di Maria"'.
    Il grande successo arriverà però grazie al sodalizio artistico con Leonardo Pieraccioni, suggellato dal film 'Il Ciclone': "Pieraccioni venne a casa mia a cena e mi disse 'Ho pensato una storia ambientata al tempo di guerra in un casolare' e gli dico 'Perché al tempo di guerra?' E lui 'Vabbè no, facciamola oggi allora'. Poi dice 'Ci sono delle ballerine che arrivano dentro questo casolare…' 'Ballerine di?' gli dico io? E lui dice 'Ballerine… così… di danza, sai, belle, aggraziate...' Io dico 'Flamenco' e lui 'E vabbè, facciamo flamenco'. È stato tutto molto, molto casuale. Poi ci siamo messi a scrivere la sceneggiatura in un residence dove se alzavamo la serranda c'era un muro. Un luogo di grande ispirazione", scherza Veronesi.
    "Abbiamo scritto sto copione in un mese e poi l'abbiamo portato a Cecchi Gori e quando siamo tornati per il responso ha detto 'Madonna quanto si ride in questo film'".
    Tra le grandi collaborazioni, impossibile dimenticare Francesco Nuti: "È un pezzo di me, del mio cuore, della mia vita" dice Veronesi. "Francesco Nuti è mio fratello. Quello che ha avuto il coraggio di impormi, di farmi diventare il suo sceneggiatore, di farmi scrivere le storie, Francesco, era per me fonte di grande amore. Lo amavo proprio e sentivo battere il cuore quando lo vedevo. Anche quando stava male andavo a trovarlo in clinica che ormai non comunicava più. Se c'è una cosa che mi manca nella vita è proprio Francesco".
    Tra le star internazionali che ha diretto, David Bowie ne 'Il mio west': "Bravo, ma antipatico. Però era il mio mito e come accade spesso quando conosci persone che tu hai mitizzato, un pochino rimani deluso. In questo caso totalmente deluso perché è stato di un'antipatia incredibile, parlava solo di morte". O Robert De Niro: "Lui invece era molto simpatico, tutte le sere veniva a casa mia. Una volta gli feci una domanda da fan perché non riuscivo più a trattenermi e gli chiesi 'Ma in 'Toro scatenato', in cui hai preso 26 kg in così poco tempo, come hai fatto? Cosa ti ha spinto? E io mi aspettavo una risposta da attore, una roba tipo 'metodo Stanislavskij, actor studio…' Sapete cosa mi ha risposto? 'Se non lo facevo io lo faceva Al Pacino".
   

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