(di Alex Maxia)
Il calendario dell'avvento è una
parte importante della tradizione natalizia in Svezia e ogni
anno anche in TV c'è una serie per bambini che dal primo
dicembre fa il conto alla rovescia fino a Natale. La serie con
mini episodi di 15 minuti, viene trasmessa - in Italia si trova
online - la mattina prima di scuola e quest'anno, per la prima
volta, i protagonisti della saga sono una famiglia di Sami. Gli
indigeni dell'artico vivono nel nord della Svezia, Norvegia,
Finlandia e nord-est della Russia ma è raro che vengano messi
sotto i riflettori dei media nazionali. "Sono cresciuto a
Östersund, che fa parte del Sápmi (ndr. il territorio inabitato
dai Sami) ma eccetto un amico d'infanzia che è Sami, non ho mai
avuto un vero e proprio contatto con la loro cultura" ha
spiegato Jonas Wallerström, ideatore e regista della serie
'Snödrömmar' (sogni di neve), trasmessa sulla Tv di servizio
pubblico svedese, Svt. Walleström, intervistato dall'ANSA,
ammette che non aveva mai sentito parlare della mitologia dei
Sami: "Come è possibile e perché non ne ho mai sentito parlare?"
si chiese il regista che spinto dalla curiosità ha iniziato a
far ricerca sul tema e assieme ai colleghi indigeni, Annica
Wennström e Oskar Östergren Njajta, hanno creato la serie, che è
uno dei programmi televisivi svedesi con il maggior numero di
ascolti.
La saga è ambientata su una montagna nel nord della Svezia dove
una famiglia Sami gestisce un albergo e centro sciistico ma la
misteriosa mancanza di neve rischia di costringerli a vendere la
ditta. Le figlie della proprietaria, Ristin e Aila, devono
allora salvare la situazione e lo fanno ricollegandosi con la
loro cultura e la lingua parlata dai loro avi.
Nella lingua Sami ci sono 300 parole per descrivere la neve e il
ghiaccio e la serie riprende nomi, parole e figure della cultura
Sami integrando molti elementi della loro mitologia, collegata
strettamente con la natura artica: "Si tratta di una cultura e
di una visione del mondo che è tutt'oggi viva. Quando ho capito
che non si trattava solo di vecchie favole, ha reso l'intero
progetto molto più delicato e complesso, ma al contempo molto
più accattivante ed interessante" ha sottolineato il regista. "É
stata un pò una pazzia parlare di uno degli elementi più
delicati e segreti della cultura Sami ma sia Annica che Oskar
erano certi che sarebbe stato possibile, se fatto nel modo
giusto" ha aggiunto il regista.
Molti sui social hanno notato come una delle protagoniste
assomigli all'ambientalista svedese Greta Thunberg, sia
fisicamente che per il suo ruolo da eroina che cerca di salvare
la montagna dalla minaccia di una miniera di gemme e riportare
la neve, interpretato da alcuni come simbolo di cambiamento
climatico, ma il regista spiega che il parallelo con Greta si
tratta di una coincidenza "non è stata una scelta consapevole".
Alcuni critici hanno detto che la serie parla di miniere e per
estensione l'uso di risorse nell'artico, in modo negativo. Il
tema è delicato e divide politici a Stoccolma dalla popolazione
indigena ma la stragrande maggioranza dei commenti sono stati
positivi.
Molti Sami hanno reagito positivamente alla serie, tra questi
anche Evelina Solsten, giovane influencer di una famiglia di
pastori di renne: "La serie ha evocato nostalgia ma anche
felicità e orgoglio che la nostra cultura viene condivisa con
tutta la popolazione svedese. Finalmente un'occasione per far
sapere quel che è stato una parte della mia vita" ha dichiarato
Solsten. "Molti in posizione di potere vedono i Sami come un
problema da risolvere, piuttosto che una risorsa di conoscenze e
la bellezza della nostra cultura" ha concluso.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA