(di Nicoletta Tamberlich)
Luca Zingaretti torna sul set. Mentre
si attende la data d'uscita del suo primo film da regista "La
casa degli sguardi", presentato in anteprima alla Festa del
Cinema di Roma, l'attore romano è impegnato nelle riprese della
nuova serie italiana targata Netflix "Il capo perfetto".
Prodotta da Cattleya, parte del gruppo ITV Studios e girata tra
Rubiera (Reggio Emilia), Modena e Sassuolo. Diretta da Roan
Johnson (i primi tre episodi) e Niccolò Falsetti (gli altri 3),
è basata sul film spagnolo El Buen Patrón con Javier Bardem e di
Fernando León de Aranoa, che qui firma il soggetto di serie.
Giulio Zagni (Luca Zingaretti) è "il capo perfetto", da sempre
il sovrano indiscusso e amatissimo della sua fabbrica di volanti
e della sua famiglia. Amici, parenti, dipendenti possono andare
fuori strada, tanto c'è sempre lui a sistemare le cose, costi
quel che costi. Ma quando questo meccanismo perfettamente oliato
si inceppa, la vita professionale e famigliare di questo
imprenditore modello della Motor Valley va improvvisamente fuori
controllo. Tra imprevisti tragicomici e colpi di genio riuscirà
Giulio a rimettersi in pista?
Nel cast anche Francesco Colella, Giovanni Esposito, Alessia
Giuliani, Carmine Buschini, Alberto Boubakar Malanchino, Sara
Drago, Cristina Cappelli, Sara Mondello, Anna Bisciari e
Cristina Parku.
La serie è scritta da Davide Lantieri (I delitti del Barlume, Il
grande giorno) Michele Pellegrini (Imma Tataranni, La mafia
uccide solo d'estate), che è anche Head Writer, Marco Pettenello
(Berlinguer - La grande ambizione, Lontano lontano), Serena
Patrignanelli (Rosa Elettrica) e Virginia Virilli (Bang Bang
Baby).
Realizzato nel 2021, Il capo perfetto con Barden è un film
molto attuale, che usa la comicità per mettere in discussione il
falso mito dell'industria come una grande famiglia. È un film
politico dove però le vicende private dei personaggi e i
rapporti tra loro, anzi il loro deterioramento, vengono prima di
tutto. Lo stesso regista de Aranoa lo ha definito come
l'immagine di "un mondo operaio del lavoro logoro, senza buoni
né cattivi, lontano da ogni manicheismo. Una commedia
graffiante, grigio scuro, quasi nera. Uno sguardo corrosivo dei
rapporti personali e professionali all'interno di un'azienda
familiare che impiega un centinaio di dipendenti".
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