"I politici hanno un rapporto controproducente con l'informazione.
I grandi leader si confrontavano tra loro: penso anche a Berlusconi, Prodi, D'Alema, Fini.
Oggi i politici pensano di poter comunicare unilateralmente, ma questo impoverisce la loro immagine e il livello dell'informazione. La scorciatoia social prosciuga la qualità e a rimetterci sono i cittadini". Corrado Formigli torna domani giovedì 14 settembre in prime time su La7 per la 14/a stagione di Piazzapulita e si rivolge subito a Fratelli d'Italia e Lega che da tempo non mandano propri rappresentati in trasmissione, in polemica con alcune inchieste e servizi mandati in onda. "Il blocco di Meloni e Salvini dura da anni ed è surreale che valga nei confronti di un solo programma - dice Formigli in un'intervista con l'ANSA -. Per questo ho scritto alla premier un messaggio privato per chiarire la vicenda, ma non mi ha mai risposto. Non si può scambiare la critica al governo per una manifestazione di militanza, è un errore che un leader politico non dovrebbe fare". Secondo Formigli "tutta la comunicazione di Meloni è molto controllata. Fa un nuovo libro, il monologo social, scrive ai giornali. Ora le conferenze stampa sono ricominciate, ma mi chiedo: quando vorrà confrontarsi con i giornalisti che non sono suoi sostenitori incalliti?". Secondo il conduttore il governo è in difficoltà perché "ha promesso una manovra da 30 miliardi ed ora faticherà a trovarne 6 o 7. Per questo il consenso è in calo, non tornano i conti". Si è riacceso anche lo scontro con l'Europa. "E' uno schema della politica italiana - sostiene -. E' dal 2011 che si fabbrica un nemico a cui attribuire i fallimenti del governo. Gentiloni non è l'ambasciatore italiano a Bruxelles, è un commissario. Se vogliono tornare all'Europa delle nazioni lo dicano chiaramente".
Piazzapulita - ricorda Formigli - "è il programma più longevo della tv italiana, con lo stesso nome: una formula ibrida tra talk, racconto filmato e inchiesta. Realizzare ogni settimana 40-50 minuti di montaggio non è certo una passeggiata". "Sono convinto che oggi occorra muoversi in due direzioni - prosegue -: quella del talk, che incide sull'agenda politica ed è fondamentale per informare gli spettatori, e programmi di approfondimento replicabili anche più volte, che possano essere rivisti in una sorta di piattaforma permanente". La principale novità della stagione per Formigli è il lancio, da gennaio, del programma 100' (Centominuti) firmato insieme a Alberto Nerazzini. "E' un programma di pura inchiesta in otto o dieci puntate - rivela -. Sto lavorando alla squadra che sarà autonoma rispetto a Piazzapulita, anche se ci saranno sinergie". In attesa della nuova creatura, il talk del giovedì sera vedrà tra i protagonisti Romano Prodi, che sarà in studio quasi tutte le settimane per spiegare le ultime notizie sul fronte politico ed economico. "Nella prima puntata parleremo della guerra in Ucraina. Le ultime notizie dicono che Putin riceverà una quantità infinita di munizioni dal dittatore nordcoreano e la pace appare sempre più lontana. Chi aveva una visione più semplicistica del conflitto sembra smentito e chi più problematica sembra aver ragione. Trasmetteremo anche un reportage da San Pietroburgo, realizzato dallo scrittore Paolo Nori, grande traduttore di Dostoevskij". Tra gli ospiti, per parlare anche delle vicende che hanno arroventato l'estate, dal caso Vannacci al superbonus, Michele Serra, Mario Calabresi, Marianna Aprile, Francesco Borgonovo, Fabio Dragoni, Francesco Specchia, la storica Elisabetta Ponzani, Chiara Appendino (M5S), Rita Dalla Chiesa (FI) e il sindaco di Terni Stefano Bandecchi. Torna anche Stefano Massini con uno dei suoi racconti. Formigli commenta anche gli spostamenti di conduttori tra una rete e l'altra. "Sono un segno di vitalità, ma dubito che lo spartito dell'informazione televisiva cambi - sottolinea -. Non credo che Bianca Berlinguer, ad esempio, farà una trasmissione molto diversa dal passato. E' stata un'intuizione dell'editore Piersilvio Berlusconi quella di creare attenzione con lo spostamento, rendendosi conto che si trattava di un programma più adatto a Retequattro che a Rai3".
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