TORCUATO LUCA DE TENA, LE LINEE
STORTE DI DIO (Vallecchi Firenze, pp.448, 20 euro; traduzione
Ariase Barretta)
Alicia, un investigatore privato, entra in un ospedale
psichiatrico simulando la paranoia, al fine di raccogliere prove
per il caso su cui sta lavorando: quello che sarà costretta a
vivere durante la reclusione supera le più folli e oscure
fantasie. E' diventato un film, disponibile ora su Netflix con
il titolo "Quando Dio imparò a scrivere", il romanzo crime dello
spagnolo Torcuato Luca De Tena "Le linee storte di Dio",
pubblicato in Italia da Vallecchi tradotto per la prima volta da
Ariase Barretta.
Il libro, scritto nel 1979, ha il pregio di trascinare il
lettore in una storia appassionante, dalla trama solida e piena
di indizi intrecciati con sorprendente maestria, nella quale la
protagonista, posta faccia a faccia con la malattia mentale,
diventa da detective a sospettata.
L'autore madrileno, nato nel 1923 e scomparso nel 1999,
nipote del fondatore della rivista Blanco y Negro, creata nel
1891, del quotidiano ABC (1903) e della società Prensa Española
(1909), dedicò la sua vita al giornalismo (fu corrispondente da
Londra durante la Seconda Guerra Mondiale) e alla carriera
letteraria, per la quale ottenne diversi riconoscimenti (come il
Premio Nazionale per la Letteratura nel 1955, il Premio
Fastenrath della Royal Spanish Academy nel 1969 e il Premio
Planeta). Il film, che riprende perfettamente le atmosfere
inquietanti e paranoiche del libro da cui è tratto, è
interpretato da Bárbara Lennie, Eduard Fernández, Loreto Mauleón
ed è diretto da Oriol Paulo.
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