"Meno di 5 euro lordi per un'ora di
lavoro. È quello che percepiscono i mimi al Teatro dell'Opera di
Roma, una delle istituzioni più importanti e rappresentative nel
panorama della lirica. Parliamo di professionisti che svolgono
tutte quelle azioni sceniche, coreografiche e interpretative che
non richiedono l'uso della parola. Per una produzione di un
mese, tra prove e repliche, il loro compenso netto si ferma a
500 euro". Così il segretario generale della Cgil di Roma e del
Lazio Natale Di Cola. Venerdì 29 novembre, a partire dalle 17,
la Cgil sarà davanti al Teatro dell'Opera di Roma con un
volantinaggio per sensibilizzare il pubblico sulle condizioni di
lavoro "e per denunciare gli effetti devastanti che la legge di
Bilancio del governo Meloni avrà sulle Fondazioni
Lirico-Sinfoniche". La Cgil chiede al Comune di Roma e alla
Regione Lazio, soci della Fondazione, un confronto urgente per
affrontare questi problemi.
Sulla vicenda è intervenuta Azione. "Le condizioni
denunciate dalla Cgil al Teatro dell'Opera di Roma sono
scandalose e inaccettabili. Invitiamo il Comune di Roma e la
Regione Lazio, in quanto soci della Fondazione, ad aprire
immediatamente un confronto per tutelare i diritti di questi
lavoratori. Peraltro, in questa maniera la Regione disattende
anche la mozione sul salario minimo, presentata da Azione e
approvata all'unanimità dal Consiglio regionale. Lavorare per
meno di 5 euro l'ora, con un compenso massimo di 500 euro al
mese, è una ferita per la dignità di lavoratrici e lavoratori e
per l'intero patrimonio culturale italiano. Non possiamo restare
a guardare mentre si calpesta il valore del lavoro e della
cultura", hanno detto il consigliere regionale del Lazio,
Alessio D'Amato, la vicepresidente della Commissione Cultura
della Camera dei Deputati, Valentina Grippo, e la consigliera
dell'Assemblea Capitolina, Flavia De Gregorio, di Azione.
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