(di Roberto Nardi) L'acrobazia e il sogno.
Il teatro, la commedia dell'arte, la clowneria.
In scena lo sforzo fisico
degli attori distesi sul piano del palcoscenico e le loro stesse
azioni che diventano nello stesso momento corpi senza peso,
fluttuanti, liberi nell'aria quasi fossero personaggi di
Chagall, nella contemporanea proiezione su un grande schermo
verticale posto accanto al loro agire terreno.
Immagini colte dallo spettatore come se fosse lì presente nel
loro compiersi e come se le vedesse su un muro di una casa
veneziana. E' una micro-storia tutta lagunare con una
fondamenta, un lampione, un giornale e un incontro. E' uno dei
circa 18 "passaggi obbligati", come li definisce il regista
Daniele Finzi Pasca, che comporranno "Titizé - A Venetian
Dream".
È ancora tempo di prove per lo spettacolo che debutterà in
prima assoluta mondiale il 18 luglio prossimo al Teatro Goldoni,
a Venezia, e che resterà in scena fino al 13 ottobre, nato da
un'idea che ha unito il Teatro Stabile del Veneto-Teatro
Nazionale e la Compagnia Finzi Pasca nella co-produzione, in
partnership con la Compagnia Gli Ipocriti Melina Balsamo.
L'opera si muove attorno a Venezia, all'acqua, alla presenza
dell'uomo e vedrai in scena dieci interpreti, tra acrobati,
attori e musicisti. Sul solco dell'attività internazionale della
Compagnia, che ha base a Lugano (Svizzera) e in 40 anni ha
realizzato 40 spettacoli, tra cui tre cerimonie olimpiche, due
per il Cirque du Soleil e otto opere liriche, sul palco del
Goldoni sarà presentato un lavoro che unisce teatro, acrobazie,
musiche, dove la parola ha un ruolo quasi secondario. Marginale
si potrebbe dire se non intervenisse come stretto dialetto per
caricare di piacevole, simpatica ironia il tutto.
"Titizé" altro non è che un intercalare veneziano per dire "tu
sei", mentre "A Venetian Dream" è quel tocco internazionale -
dopo le 53 recite in laguna lo spettacolo girerà il mondo per
poi tornare a Venezia l'estate 2025 - per riassumere l'essenza
di un'opera che si muove su più piani: onirico, evocativo,
contemporaneo. Le musiche sono di Maria Bonzanigo, le di Hugo
Gargiulo e i costumi di Giovanna Buzzi.
In scena ci sono arlecchini, pulcinella usciti dai dipinti di
Tiepolo, damigelle e damerini che danno vita ad acrobazie che
sfidano la gravità, suoni che emergono dal tocco di dita su
bicchieri d'acqua, bagnanti "assaltati" dai granchi blu.
"Metteremo in scena - è detto nelle note di regia - il mondo dei
Guitti che questa volta si presenteranno come abili
prestidigitatori. Ci sarà Venezia con il suo splendore, le sue
atmosfere, la sua poesia e i misteri che la abitano".
E' una co-produzione che rientra nel progetto per accrescere
l'immagine internazionale del Teatro Goldoni e che, nel
contempo, a seguire le parole del regista, "immaginata per un
pubblico che nelle notti estive veneziane avrà voglia di
immergersi in un viaggio onirico".
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