Tre botti spaventosi e poi il silenzio, il nulla, e dalla foresta di alberi morti vengono fuori le sopravvissute, le troiane, al debutto il 10 maggio al Teatro Greco di Siracusa, per il 55° ciclo di rappresentazioni classiche.
Ancora Euripide: "Le troiane".
La guerra è appena
finita e Troia brucia, è sfregiata, ridotta in cenere. La paura
più grande riguarda il futuro, le donne verranno sorteggiate e
da regine, mogli e figlie di re, andranno schiave o amanti dei
capi greci.
La traduzione di Alessandro Grilli è di grande pregio. La
regia di Murie Mayette non riesce ad esprimere fino in fondo il
pathos della tragedia, non ci si commuove davanti al dolore
delle donne, se non per la accorata recitazione di Maddalena
Crippa, bravissima Ecuba, insieme alla Elena altezzosa di Viola
Graziosi, all'Andromaca di Elena Arvigo, e all'efficace Menelao
di Graziano Piazza. La scena di Stefano Boeri è un vero bosco
morto proveniente dalla Carnia, distrutto dalla furia del vento
mesi fa. Si replica fino al 23/6.
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