(di Luciano Fioramonti)
Il canto dei migranti, una
peregrinazione nel Mediterraneo tra la fiaba e l' attualità
tragica della cronaca, una suggestiva via crucis laica del mare,
parabola e lezione di vita che cambierà il cinico nocchiero di
disperati in cerca di un futuro. E' stato un grande successo la
prima assoluta di L'ultimo viaggio di Sindbad, racconto musicale
in sette atti commissionato dall' Opera di Roma a Silvia
Colasanti messo in scena al Teatro Nazionale con la regia di
Luca Micheletti e la direzione d' orchestra di Enrico Saverio
Pagano, al debutto sul podio della fondazione capitolina. La
compositrice romana ha lavorato sul libretto di Fabrizio Sinisi
ispirato a testi di Erri De Luca, per il titolo che chiude il
cartellone lirico 2023/2024 del Teatro dell' Opera e costituisce
il primo capitolo di un progetto triennale dedicato alla musica
contemporanea che vede protagoniste tre autrici. Nella prossima
stagione è in programma la prima italiana di Adriana Mater, di
Kaija Saariaho con la regia di Peter Sellars, e nel 2025/26 sarà
la volta di Inferno di Lucia Ronchetti. Il pubblico ha
riservato molti 'bravo' e il tributo più intenso proprio a
Colasanti, applaudendo a lungo il maestro Pagano, il
protagonista, il baritono Roberto Frontali, l' intero cast, i 40
bambini del coro di voci bianche guidato dal direttore del
gruppo vocalist e della scuola di canto corale Alberto De
Sanctis, e la regia.
''Malvenuti a bordo'', è il saluto eloquente del comandante
della carretta del mare alle donne e ai bambini in fuga dalle
coste africane verso l' occidente. Sul ponte e nella stiva della
carretta del mare si snoda l' intera vicenda scandita da una
musica che all' inizio è aspra e nervosa come il carattere di
Sindbad e dopo la tempesta, che è anche metafora della
condizione interiore, si addolcirà progressivamente in momenti
cantabili, tra il suono di strumenti della tradizione africana e
l' evocazione di forme melodiche classiche. La tempesta, la
ninna nanna della mamma al bambino o la ballata dell' uomo che
non ha mai visto il mare, sono i momenti più struggenti di
questo dramma corale dai ritmi diversi. Da questa esperienza il
protagonista uscirà diverso, non affronterà più nuovi viaggi e
la musica, come il mare, coprirà le sue parole. ''Sono felice
che la musica di oggi possa parlare dell' oggi e a un pubblico
vasto che si emoziona - ha detto all'ANSA la compositrice al
termine dello spettacolo -. Ho pensato a caratterizzare ogni
situazione. Quando scrivo seguo la drammaturgia, prima vengono
le parole e poi la musica''.
L' ultimo viaggio di Sindbad racconta un viaggio che è anche
interiore su un tema tanto attuale. ''Quando lavoriamo su noi
stessi e sulla nostra coscienza - ha osservato - forse facciamo
qualcosa per le cose più grandi di noi. E' un' opera lirica
contemporanea molto legata alla cronaca che guarda anche al
passato. Volevo creare un effetto immediato sul pubblico, mi
faceva piacere, come sempre cerco di fare, di comunicare anche
la complessità del linguaggio presente in un modo molto chiaro
che soprattutto arrivi al cuore delle persone''. Per Enrico
Pagano si è trattato di ''un debutto carico di emozione, un
grandissimo lavoro di squadra nel quale sono emerse le bellezze
della partitura di Silvia Colasanti in cui sono stati davvero
valorizzati i cantanti. Un canto assolutamente rispettoso delle
voci e non ha paura anche di essere melodico''.
Ad applaudire tra il pubblico della prima c' era anche il
regista Mario Martone, che recentemente per la fondazione
musicale romana ha diretto i film-opera La Traviata e il
Barbiere di Siviglia. ''E un bellissimo lavoro - ha detto -
musica stupenda, il libretto, la regia. Tutto funziona. L' Opera
di Roma si conferma non solo per la qualità ma anche per il
coraggio delle scelte. Il tema è fortissimo, oggi più che mai
importante. E' stato svolto in davvero in maniera poetica''. Le
repliche sono in programma il 18, 20, 22 e 23 ottobre.
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