(ANSA) - MILANO, 1 FEB -Una festa per celebrare 20 anni di storia, ma soprattutto un nuovo inizio: così Le Vibrazioni parlano del concerto che per la prima volta li porterà al Forum di Assago (Milano) il 26 marzo.
"Quando avevamo iniziato noi, il Forum sembrava un obiettivo ambito, dove si vedevano concerti davvero importanti - spiegano all'ANSA Francesco Sarcina, Stefano Verderi, Marco Castellani e Alessandro Deidda - Ora sembra più facile arrivarci, ma per noi è meglio farlo con più di 1000 concerti alle spalle.
La cosa strana semmai è chi oggi ci arriva dopo due singoli". Tutto parte dal concerto di Radio Italia Live a Palermo nel 2017, il giorno in cui i quattro si ritrovarono su un palco insieme dopo 5 anni: "Allora non avevamo in mente piani per tour o Sanremo - ricorda Sarcina - Ma la reazione del pubblico ci ha fatti sentire come gli Aerosmith! Sentendo 120mila persone cantare 'Vieni da me' abbiamo capito che dovevamo ricominciare. Abbiamo imparato a vedere certe cose diversamente: io mi ero stufato di 'Dedicato a te', per esempio, e invece ora ringrazio questo pezzo, perché fa ancora impazzire la gente". A quella prima hit del 2003 allude il video del nuovo singolo, 'Cambia': "Non è l'inizio di un nuovo disco: ci piacerebbe concentrarci sui pezzi, pubblicarli e poi raccoglierli in un album, come usava negli anni Sessanta", dice Deidda. L'attenzione è semmai sul concerto del 26 marzo, l'occasione per proporre uno spettacolo più maturo ("Da godere anche da seduti per chi non sarà nel parterre: ormai siamo cresciuti!", dice Sarcina), ma non per questo meno diretto e genuino nel ripercorrere il loro repertorio: "Oggi si tende a ricreare sul palco il suono del disco, a tutti i costi: noi siamo alla vecchia, il live deve essere un momento unico", dice Verderi. A questo momento speciale, in particolare, contribuiranno diversi ospiti, dei quali l'unico annunciato è finora Pierdavide Carone, che porterà quella 'Caramelle' esclusa dal Festival di Sanremo. "Oggi si creano effetti pazzeschi per distrarre il pubblico, noi vogliamo attenzione e contatto, la ragione per cui abbiamo sempre preferito i club", dice Sarcina, rievocando la gavetta del gruppo nei locali milanesi, molti dei quali ora chiusi. "Ma così i giovani non possono più confrontarsi, eventualmente anche avere un insuccesso, che può fare bene all'inizio".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA