di Mauretta Capuano
È 'rispetto' la parola dell'anno
scelta dall'Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani per il
2024 "per la sua estrema attualità e rilevanza sociale".
"Più che una parola per definire il 2024, spero sia un augurio
per il 2025" dice all'ANSA Ilaria Gaspari, scrittrice con una
formazione filosofica che si è imposta all'attenzione con il
romanzo 'La reputazione' (Guanda), tra i libri più interessanti
del 2024.
"Viviamo tempi di violenza, di guerra. In realtà secondo molte
scuole di pensiero, l'aggressività è una risposta non mediata a
emozioni di collera, rabbia. Però effettivamente essere
sistematicamente crudeli con altre forme di vita nasce dal fatto
che non si prende in considerazione l'esistenza dell'altro nella
sua interezza, come soggetto. Se tu riconosci l'altro come
subalterno a te o come oggetto delle tue azioni ti puoi
permettere qualsiasi cosa. Il rispetto significa invece vedere
nell'altro un soggetto come te" afferma la scrittrice.
"È stata una scelta preziosa quella della Treccani perché siamo
in un momento in cui tendiamo a deumanizzare le altre persone
per antagonismo, per aggressività e sicuramente rendersi conto
dell'importanza del rispettarsi è molto importante" dice
Gaspari, milanese che vive a Roma ed è autrice di saggi
narrativi come Lezioni di felicità (Einaudi) e Vita segreta
delle emozioni (Einaudi).
"Farei riferimento all'etimologia: rispetto viene dal verbo
latino 'respicere' che significa guardare indietro. Possiamo
pensarla dunque come un' espressione che ha a che fare con il
fatto che abbiamo bisogno di fare un passo indietro per vedere
la persona nella sua interezza. Mi sembra che questa possa
essere una bella interpretazione di quello che può essere il
rispetto, cioè considerare nella sua interezza una persona, una
forma di vita. Può essere anche l'opinione di un' altro, un
codice. Questo richiede una distanza minima che permetta allo
sguardo di abbracciare interamente" spiega Gasparri. "Tutto
questo - continua - ha a che fare anche con l'atto del
ponderare, del soppesare qualcosa, quindi anche con una forma di
raffreddamento della parte aggressiva del comportarsi. Anche nel
modo di comunicare questo aiuta quando siamo presi dalla foga o
dall'incapacità di fare un passo indietro e vedere le persone al
di fuori della nostra bolla".
Gasparri invita anche a riflettere sul fatto che spesso usiamo
il sostantivo in maniera un po' vuota: "diciamo 'con tutto il
rispetto' per poi toglierlo il rispetto" dice la scrittrice che,
oltre a essere autrice di un saggio sulle emozioni, ha
approfondito questo concetto per una iniziativa curiosa legata a
tisane filosofiche accompagnate da un testo per il tempo
dell'infusione.
"L'ultimo Rapporto dell'Ocse , che dice che non sappiamo più
leggere, mi ha fatto impressione perché questa incapacità di
leggere non riguarda solo i libri, ma tutto il rapporto con
l'alterità. Si parla troppo spesso e a sproposito di empatia,
cioè della capacità di sentire quello che prova un'altra
persona. Questa parola è stata inventata non da uno psicologo,
ma da uno storico dell'arte nell'Ottocento, Vischer che
analizzava quello che succede osservando dei ritratti. Leggere
il mondo attraverso l'arte, la letteratura potenzia molto questa
capacità di sentire con gli altri che non ci lascia confinati
nelle nostre paure o dentro le passioni tristi che ci
impediscono di vedere che non siamo soli, anche nel momento
della rabbia e dell'invidia".
Per Gaspari il 2024 "è stato un anno un po' feroce, di grande
crisi, segnato dalla violenza estrema delle guerre che viviamo
in maniera passiva attraverso i social oppure da cui ci
difendiamo mantenendo una distanza senza sapere però dove
volgere lo sguardo. È un momento in cui è difficile immaginare
il futuro, il progresso e questo pesa molto sulle vite delle
persone" sottolinea la scrittrice che sta lavorando a un nuovo
romanzo.
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