(di Francesca Pierleoni Oggi con i social "qualunque venticello, qualunque idiozia può essere ripresa dai tuoi avversari politici e spalmata all'infinito.
Come fa il tuo cuore a non esplodere per il fatto che sul niente, non sul verosimile, ma sul falso assoluto, possa partire qualsiasi cosa.
Come
sopravvivi? Come fai a non nasconderti dal mondo? Come fai
ancora a parlare? Molti miei colleghi lo sanno, infatti non
parlano, oggi dico giustamente. Anni fa avreste sentito dirmi
che facevano malissimo a tacere. Invece si salvano la vita e
fanno bene. Io non me la sono salvata e ho fatto male". E' una
riflessione di Roberto Saviano durante 'Come James Baldwin',
l'incontro dedicato al grande scrittore newyorchese (autore di
capolavori come La camera di Giovanni e Se la strada potesse
parlare, scomparso nel 1987 a soli 63 anni), del quale è stato
protagonista a Libri Come, Festa del libro e della lettura in
corso a Roma.
E' un viaggio appassionato, quello di Saviano, nella vita e
nella letteratura dello scrittore afro americano diventato anche
un simbolo della lotta per i diritti civili, amico di Martin
Luther King e Malcolm X,. L'autore di Gomorra ha aperto,
sorridendo, con una battuta: "E' una gioia essere a un evento a
Roma… non mi hanno ancora arrestato… ci provano".
Baldwin, nato nel 1924, primo di nove figli, cresciuto ad
Harlem, di casa in Francia da quando aveva 24 anni, pur
continuando a tornare negli Stati Uniti, "era letto da Martin
Luther king e Malcolm X". Partecipò anche alla marcia di
Washington del 1963, "ma King decise di non farlo parlare dal
palco, come gli avevano chiesto, perché si temeva che la sua
dialettica caratterizzata da un ingaggio rabbioso, potesse
creare incidenti, e Baldwin capì". Già con il suo primo libro,
Gridalo forte (1953) "emerge la forza di uno scrittore che
racconta Harlem e la condizione afroamericana confrontandosi e
contestando anche quello che era stato un suo maestro Richard
Wright" che per Baldwin "vedeva negli afro americani solo delle
vittime". L'autore di La camera di Giovanni diceva invece di non
voler raccontare condizioni "ma esseri umani". Per Badwin "non
si trattava di essere la voce dei diseredati, ma del fatto che
uno scrittore
sia la voce di tutti quelli che l'hanno prodotto, avendo
bisogno di lui, come l'unico testimone in termini di linguaggio
contro l'anonimato della loro condizione". Tra i dolori della
sua vita, l'accusa ricevuta da Eldridge Cleaver, leader delle
Pantere nere, di essere un 'traditore della causa" per aver
parlato anche di omosessualità (Baldwin non ha mai nascosto la
propria) nella comunità nera. Baldwin "vuole dare con la sua
letteratura alle persone uno strumento per non sentirsi
giudicate" sottolinea Saviano. "Per lui la politica era come la
religione. Perché per capire la morale devi frequentare la
feccia, stare fuori dal tempio. Dev'esserci l'incontro con
l'altro, la possibilità di conoscere. La preghiera di questa
prassi è la gentilezza, intesa come apertura, il che non esclude
la rabbia". La gentilezza "di cui parla Baldwin è quella che ti
fa vedere che non è giusto subire e devi scegliere".
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