ALICE CERESA, LA FIGLIA PRODIGA (LA
TARTARUGA, PP. 240, EURO 20). Nell'anno del centenario della
nascita, avvenuta il 25 gennaio 1923 a Basilea, torna in
libreria il 5 maggio 'La figlia prodiga', considerato il
capolavoro della scrittrice, con la prefazione di Laura Fortini.
Pubblicato per la prima volta nel 1967 e vincitore del Premio
Viareggio Opera Prima, il libro che inaugurò la collana
einaudiana 'La ricerca letteraria', diretta da Guido Davico
Bonino, Giorgio Manganelli e Edoardo Sanguineti,
torna in questa nuova edizione per La Tartaruga , nella serie a
cura di Claudia Durastanti.
Pamphlet, saggio, parabola, stilettata filosofica,
opera sperimentale e femminista, 'La figlia prodiga' è anche
un'indagine sulla letteratura, sulle cose dicibili e le
mancanze, la costruzione delle storie, la fine che si scioglie
nell'inizio e il destino.
L'irrequietezza del pensiero di Alice Ceresa si fa manifesto in
questo testo emblematico, che anticipa di qualche anno i temi e
le contestazioni che porteranno le donne italiane a mettere in
discussione l'ordine sociale e familiare costituito.
Da grande appassionata delle installazioni brevi con 'La figlia
prodiga' Alice Ceresa propone il ritratto di un soggetto
femminile ribelle, di un essere umano che si muove per
meditazioni gravi e fulminee allo stesso tempo, interrogandosi
sulla figura della figlia prodiga tra unicità ed esemplarità. Ma
chi è la figlia prodiga un tempo bambina, e in cosa si distingue
dall'omologo fraterno? E com'è possibile il ritorno della
figlia, se non è contemplata neanche la sua partenza? Per forza
di cose, la figlia prodiga è un personaggio che ha inizio nella
famiglia, ma le si oppone, disubbidisce e sperpera, provando ad
appartenere a sé stessa.
Morta nel 2001 a Roma, dove si era trasferita negli anni
Cinquanta, Alice Ceresa ha dedicato le sue opere alla questione
delle donne. Postume sono uscite 'Piccolo dizionario
dell'inuguaglianza femminile' con la postfazione di Jacqueline
Risset e 'La morte del padre', con Ritratto di Alice di Patrizia
Zappa Mulas.
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