A vent'anni dal delitto di Marta Russo, l'incredibile vicenda umana e giudiziaria della studentessa dell'Università La Sapienza di Roma, colpita a morte da un proiettile, il 9 maggio 1997, mentre camminava in un vialetto dell'ateneo con una sua amica, viene ripercorsa dal giornalista Mauro Valentini in un libro che torna sulle tante domande rimaste senza risposta.
E' "Marta Russo.
Il Mistero
della Sapienza" (Sovera Edizioni), con la prefazione del
giornalista Sandro Provvisionato che sottolinea come si sia di
fronte a "una verità giudiziaria debole che scontenta tutti.
Perchè per Marta Russo non è stata fatta giustizia".
Nel prologo Valentini ricorda l'uccisione a 18 anni di Giorgiana
Masi, colpita da un proiettile il 12 maggio 1977, durante gli
scontri scoppiati dopo un raduno del Partito Radicale nel centro
storico di Roma che "si era gonfiato di rivendicazioni e di
giovani arrabbiati" dice il giornalista. Uno sparo misterioso
come quello che ha colpito la Russo, attribuito all'inizio a un
folle. Poi Valentini ricostruisce il procedere delle indagini,
le perizie, le testimonianze e il focalizzarsi dell'attenzione
su due giovani assistenti: Giovanni Scattone e Salvatore
Ferraro, arrestati un mese dopo l'omicidio e condannati dopo
cinque gradi di giudizio. Ma perchè hanno sparato? E chi sono i
testimoni che li hanno visti compiere questa follia?. Valentini
si concentra anche e con molta delicatezza sulla memoria di chi
era Marta Russo e chiude il libro con un pensiero annotato dalla
studentessa sul suo diario in cui dice: "voglio essere felice in
questa vita e non in futuro, ma nel presente, per ogni attimo
che vivo, perchè non so quanto potrò vivere né cosa ci sarà
dopo".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA