Uno strano suicidio, un giornalista
catapultato nell'indagine e una domanda: "che cos'è la libertà".
Esce a dicembre "Fuori dal coro" (Dario Flaccovio editore, pp.
320, euro 18), esordio nella narrativa del giornalista Aldo
Forbice.
Un 'romanzo anomalo' lo definisce lo stesso autore, un giallo
con incursioni nella poesia e qualche sconfinamento nella
saggistica, territori letterari da sempre familiari all'autore,
storico conduttore del programma Zapping di Radio Rai. Ed anche
nel romanzo un programma radiofonico quotidiano di successo del
quale il protagonista, Max Ferrari, è lo storico conduttore fa
da sfondo allo strano suicidio di una donna, Sofia Chiti, moglie
di un noto architetto. Affiancato, nel bene e nel male, da
Giulia, sorella di Sofia, e da Alessia, collaboratrice
dell'architetto, Max si ritrova coinvolto nel groviglio di
relazioni, silenzi, bugie e segreti che circondano il caso. E
finisce per collaborare con l'ispettore di polizia che apre
un'inchiesta su quella morte sempre più misteriosa.
Un libro, "non autobiografico come si potrebbe pensare", si
schermisce l'autore, anche se - spiega - ogni scrittore, lascia
sempre in quello che scrive impronte anche profonde delle
proprie esperienze personali e professionali. Tracce grandi, in
questo caso, fin da quel titolo 'Fuori dal coro' che ha sempre
caratterizzato la storia professionale di Forbice giornalista,
mai omologata al pensiero corrente e che l'autore sintetizza con
due brevi citazioni: la prima di Michel de Montaigue, "Quando
gli uomini si riuniscono le loro teste si restringono"; la
seconda è una frase di George Orwell: "Se la libertà vuol dire
veramente qualcosa,significa il diritto di dire alla gente
quello che la gente non vuole sentire".
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